
A Wimbledon, colori e brusio hanno le ore contate. Ieri Jannik Sinner in azzurro si è allenato accanto a Joao Fonseca, Carlos Alcaraz ha sudato in rosso con Cobolli, Novak Djokovic in verde con Kecmanovic. Ma oggi alle 13.30 (ora locale), due ore e mezza dopo il primo palleggio scambiato sui campi secondari e mezzora dopo l’inizio del gioco sul campo numero uno, con la discesa in campo del campione uscente il Torneo dei tornei potrà dire di essere ufficialmente in corso: bianco obbligatorio ovunque (anni fa a Roger Federer furono fatte cambiare le scarpe perché avevano la suola arancione), strawberries con la panna a 2,70 sterline (20 pence in più dell’anno scorso, primo aumento dal 2010 dello spuntino-icona di Church Road), arbitraggio elettronico su tutti i courts, silenzio diffuso da chiesa laica.
Benvenuti a Wimbledon, il posto delle fragole dove certe tradizioni reggono dal 1877, 28 giardinieri toseranno l’erba di 18 campi all’altezza di 8 millimetri per due settimane, il rimbalzo della palla varierà in base all’umidità (previsto crollo delle temperature nel weekend) e l’umore dei sudditi subirà un’impennata con l’apparizione della principessa del Galles, Catherine Middleton, patrona dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club.
Messi da parte i malumori del giovane Sinner («Non ero più a mio agio. I sostituti di Panichi e Badio? Ho altro da pensare…»; ieri il fisioterapista argentino si è accomiatato da Jannik con un post affettuoso), si torna a parlare di tennis. Gli undici azzurri in tabellone (il record è degli Usa con 16 giocatori) confermano che la superpotenza da battere siamo noi. L’avamposto è presidiato dall’esperienza di Fabio Fognini, il veterano al 63° Slam in carriera (i quarti a Parigi nel 2011 come miglior piazzamento) chiamato all’impresa improba di far deragliare Alcaraz, il n.2 del ranking che cammina sulle nuvole: con cinque titoli stagionali in tasca, l’ultimo sull’erba del Queen’s, con un bilancio di 42 vittorie e 5 sconfitte fin qui (ma 18-0 dal ritorno di Sinner al Foro Italico al termine della sospensione per le conseguenze del Clostebol), Carlitos è l’uomo da battere sull’erba.
Si è sistemato con il team in una villetta nel villaggio di Wimbledon, la scelta non è originale (tutti i top players affittano case private durante il torneo) ma l’effetto psicologico è un doping legalizzato: «Cuciniamo, giochiamo a carte, nel giorno libero facciamo qualche buca a golf. Non mi sembra neanche di essere a Londra per lavoro, ho la sensazione che sia una gita di famiglia…». Harry Potter ha trovato la giusta alchimia tra dovere e piacere, cavalca con un sorriso la narrazione costruita a tavolino dagli uffici stampa di un’amicizia speciale con Emma Raducanu, la fidanzata d’Inghilterra con cui giocherà il misto a New York. Insomma, si diverte. Chissà quali trucchi ha nella manica, dopo la vittoria in rimonta su Sinner a Parigi.
Subito in campo Jasmine Paolini, che dovrà cercare tra i fili d’erba la brillantezza che l’anno scorso le permise l’impresa back to back tra Parigi e Londra delle due finali Slam, e Matteo Berrettini, che in torneo non appare dal mesto ritiro con Ruud a Roma, ha già smesso di lavorare con Umberto Ferrara (libero per un clamoroso ritorno alla corte di Sinner?), sbarca a Wimbledon a fari spenti alla caccia del ricordo di se stesso primo finalista italiano della storia sui prati (correva il 2021). «È stata dura, ma ora sto meglio — ha detto alla vigilia del primo turno contro il polacco Majchrzak, n. 109 Atp —. Ripensando alle emozioni che questo torneo mi avrebbe potuto dare, ho deciso di provarci, di rimettermi in carreggiata e di cercare di arrivare il più in forma possibile a Londra. L’anno scorso ho fatto due partite di alto livello e ho perso contro Jannik una sfida molto bella. Quindi le sensazioni sono quelle di sempre a Wimbledon. È un posto speciale, c’è tantissima energia e voglia di fare bene».
Dall’infermeria di casa Italia fa capolino anche Lorenzo Musetti, il n.6 del ranking uscito esanime dalla straordinaria rincorsa sulla terra (sempre almeno in semifinale da Montecarlo a Parigi). Ha recuperato da una lesione di primo grado all’adduttore sinistro, è rimasto due settimane piene senza toccare la racchetta, userà Wimbledon, dove difende la semifinale del 2024, come allenamento attivo. Cerca il suo splendore nell’erba: «Vorrei essere più preparato, non ho aspettative. Chiedo solo di godermi il momento». Enjoy.
30 giugno 2025
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