
Un podio basso, un quarto posto. Servono come il pane a questa Ferrari in cerca di serenità; servono ben poco se consideriamo il distacco — notevolissimo — rimediato dalla coppia McLaren. Leclerc suda e spinge a tempo pieno ma naviga sempre troppo lontano da una ipotesi di vittoria, mentre Hamilton, in leggero progresso, resta a sua volta a distanza da Charles, manifestando continue insofferenze nei confronti di una squadra che non comprende o non riesce a comprenderlo, non si capisce esattamente su quali aspetti visto che il rodaggio, dopo undici gare, possiamo considerarlo terminato.
La difficoltà di Mercedes e Red Bull
In aggiunta, abbiamo insistite raccomandazioni a non esagerare con la guida, con i freni, con le gomme, rivolte ai piloti, durante e addirittura prima di cominciare una sfida, il che vale paradosso perché si tratterebbe di darci dentro col gas giro dopo giro. È un po’ come fissare sul volante di Leclerc una di quelle antiche targhette in ottone con la scritta «Non correre, pensa a me», accompagnata dalla foto di un meccanico, di un aerodinamico, della fidanzata. Niente a che vedere con un gran premio. Quello austriaco, peraltro, più facile di altri per la Ferrari considerato che la comitiva, ad esclusione della McLaren, è sembrata poca cosa.
La Mercedes si è dissolta dopo aver vinto in Canada, per un ennesimo mistero tecnologico; la Red Bull, con un solo pilota destinato ai piani nobili, non riesce ad uscire dalle proprie ombre. Inoltre, è intervenuto un pasticcio di Antonelli, reduce dalla maturità e interessato ad esaminare la preparazione di Verstappen, dopo averlo messo k.o. in avvio. Prova sostenuta dall’esaminando con l’aplomb di un vecchio saggio. E con sollievo, immaginiamo, dalle parti del muretto rosso dato che Max avrebbe potuto complicare la galoppata della coppia rossa. Insomma, un risultato positivo ma quasi inevitabile. Dopo aver condiviso l’ennesimo sogno, a base di un passo efficace, buono, ottimo, come da puntuali previsioni da vigilia.
30 giugno 2025
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