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Cos’è la convenzione di Ottawa sulle mine, e perché l’Ucraina si è ritirata

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1. Cosa sono le mine anti uomo?
Sono ordigni esplosivi che si attivano quando una persona le calpesta e le tocca. Sono progettate per ferire, mutilare o uccidere. Di solito sono piccole e nascoste sotto terra o in altri nascondigli.

2. Perché sono pericolose?
Sono armi che uccidono indiscriminatamente civili e militari e restano sepolte a lungo dopo la fine di un conflitto continuando a mutilare i civili: sono presenti ancora in 58 Paesi. Nel 2023, quasi 6 mila persone sono state uccise o ferite dalle mine: l’80% delle vittime erano civili, molti i bambini. La bonifica di questi ordigni è pericolosa, costosa e lunga.

3. Cos’è la Convenzione di Ottawa?
È il principale trattato internazionale che vieta l’uso, lo stoccaggio, la produzione e il trasferimento di mine anti uomo, imponendo anche la loro distruzione. È stato firmato nel 1977: hanno aderito 164 Paesi. Tra i 33 tenutisi fuori Stati Uniti, Cina e Russia.

4. Perché diversi Paesi dell’Est Europa si stanno ritirando dal trattato?
Dopo l’invasione su larga scala dell’Ucraina, gli Stati confinanti con la Russia hanno sentito l’esigenza di aumentare le misure di protezione. Poiché il Cremlino detiene di gran lunga la più grande riserva di mine antiuomo al mondo — se ne stimano 26 milioni — e molte di queste sono state dispiegate in Ucraina, domenica il presidente Zelensky ha firmato un decreto che stabilisce il ritiro di Kiev dalla Convenzione di Ottawa. L’Ucraina è il sesto dei sette Paesi che confinano con Russia e Bielorussia a voler proteggere i confini con mine antiuomo, in vista di un possibile attacco. Polonia, Lettonia, Estonia, Finlandia e Lituania hanno già preso la stessa decisione, soltanto la Norvegia tiene duro. Questi cinque Paesi Nato potrebbero riavviare la produzione e lo stoccaggio di mine antiuomo vicino al confine. Il piano si preannuncia come una nuova, esplosiva «cortina di ferro».

5. Le mine sono un’arma «giustificata» o indiscriminata?
La Lituania, stretta tra l’exclave russa di Kaliningrad e la Bielorussia a est, prevede di investire 800 milioni di euro nella produzione di nuove mine antiuomo. Il governo di Vilnius ha difeso la strategia, parlando di «minaccia esistenziale» per il Paese: la Russia ha prodotto mine in quantità sempre maggiore negli ultimi anni mentre l’Europa distruggeva le proprie scorte. Ma diverse ong hanno criticato la decisione degli Stati baltici e della Polonia. Si tratta di un «passo indietro preoccupante» per Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International: «Queste armi sono talmente vietate che la loro messa al bando è diventato un principio del diritto internazionale umanitario a prescindere di chi ha firmato o meno il trattato di Ottawa. Dovrebbe funzionare meglio la giustizia internazionale: invece siccome non vengono arrestati i trasgressori, iniziamo a sdoganare queste armi micidiali?». Anche il Comitato Internazionale della Croce Rossa si è detto «preoccupato».

29 giugno 2025 ( modifica il 29 giugno 2025 | 20:54)

29 giugno 2025 ( modifica il 29 giugno 2025 | 20:54)

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