Home / Sport / Bublik: «Sinner come i big-3, ecco come l’ho battuto. Rune vende le racchette spaccate? Io non ho bisogno di soldi»

Bublik: «Sinner come i big-3, ecco come l’ho battuto. Rune vende le racchette spaccate? Io non ho bisogno di soldi»

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Il giocatore del momento. Il tennista fuori dai canoni che vince con continuità e dà spettacolo in campo: vincenti, smorzate, botte da fondo, servizi da sotto, un bagaglio infinito di soluzioni. Meglio di così? Quarti del Roland Garros, vittoria ad Halle. Sconfitta con Sinner a Parigi, vittoria con Sinner in Germania. Benvenuti nell’universo Bublik, l’uomo capace di battere il numero 1 del mondo e che ora non si pone limiti, senza però scendere a compromessi. A Wimbledon, occhio al genietto della racchetta.

Alexander, come si batte il più forte giocatore del mondo?
«Posso dire come ci sono riuscito io: con il servizio e la testa. Per battere Jannik servono queste due componenti, visto che in risposta e dal punto di vista mentale è il migliore in assoluto».

A proposito di testa: forse Sinner non aveva ancora dimenticato la finale del Roland Garros.
«Ovviamente ci è rimasto male, non potrebbe essere altrimenti. Ma mi è sembrato molto maturo anche nel gestire una sconfitta così, abbiamo parlato prima del torneo di Halle: continuerà a lavorare duro e sono sicuro che crescerà ancora. Mi aspetto grandi risultati in queste settimane».

Cosa ha pensato guardando la finale di Parigi tra Jannik e Alcaraz?
«Che è stata una delle più belle partite che abbia mai visto: nulla da invidiare alle grandi sfide tra Federer, Nadal e Djokovic».

Ha battuto il numero 1 e vinto un titolo, prima aveva raggiunto i quarti al Roland Garros mostrando anche commozione dopo la vittoria su Draper. Che momento sta vivendo?
«Un periodo di grandi emozioni. Nessun giocatore del Kazakhistan aveva raggiunto i quarti in uno Slam, è un traguardo importantissimo. Quando ho pianto mi sono passate tante cose in testa, ho pensato anche ai momenti difficili».

E pensare che un anno fa, dopo Wimbledon, meditava di staccare dal tennis.
«Ho avuto qualche problema con il tennis. Ho iniziato a perdere e non trovavo il modo di uscirne. Poi sono arrivati i risultati: è sempre la soluzione».

Il segreto è anche riuscire a staccare la spina? Pensiamo alle sue vacanze a Las Vegas quest’anno dopo Indian Wells. O Alcaraz che si diverte a Ibiza dopo la vittoria al Roland Garros.
«È molto importante, come è importante per tutte le persone con il proprio lavoro… Siamo esseri umani, non possiamo vivere di solo tennis».

C’è troppa serietà quando si parla di tennis?
«Ognuno approccia questo sport come crede. Un tennista può decidere di divertirsi anche a costo di rischiare di perdere, o di lavorare solo per raggiungere il successo: è comunque una scelta da rispettare. Anzi: non è nemmeno una scelta… è carattere. Poi i media, gli sponsor, tutti pretendono serietà e giocatori responsabili. Ma a me non interessa, attorno a me nessuno mi dice cosa devo essere. L’importante è sentirsi felici. Per me è semplice: se non ho voglia di fare qualcosa, non lo faccio».

E lei è felice quando gioca a tennis?
«Certo».

Sente di poter vincere con chiunque?
«L’ho sempre pensato, non solo ora che le cose vanno bene. Spesso dipende da me: se servo 25 ace, è dura battermi».

È famoso per i servizi da sotto. È istinto o c’è un momento preciso in cui decide di farlo?
«Non penso sia istinto. Ma non saprei. Mi viene in mente e lo faccio, semplice».

Durante un match contro il 19enne Jakub Mensik, rivolgendosi all’arbitro, disse: «Prima che arrivassero questi ragazzi, era più facile giocare a tennis».
«I tennisti della nuova generazione sono aggressivi, non hanno paura. Prima era più facile, lo confermo: in top-20 c’erano giocatori non particolarmente professionali, meno di quanto si possa pensare. Ora sono tutti determinati. Sinner è impressionante per la sua costanza. Sento che il nostro tempo sta già per finire… Ma questi nuovi rivali rappresentano una grande sfida».

A Wimbledon farà coppia con Cobolli in doppio: com’è nata l’idea?
«Ci siamo conosciuti quando Flavio era ancora fuori dalla top-100, mi piaceva il suo gioco e la passione che ci mette. In privato ho un buon rapporto anche con il padre. Sono molto curioso di vedere cosa succederà».

In passato disse: «Non voglio che mio figlio giochi a tennis». La pensa ancora così?
«Non ha ancora provato a giocare, ha 3 anni. Non sarò io a mettergli la racchetta in mano ma non glielo impedirò. Se vorrà farlo, avrà il mio supporto».

Rune ha iniziato a vendere le racchette che spacca durante le partite: ci ha mai pensato?
«Non ne ho bisogno. Ho già abbastanza soldi, sono contento di non dover fare questo per guadagnare».

Ma quindi, lei ha dei sogni per la sua carriera?
«I sogni sono privati. Anche se li avessi, non li direi».

29 giugno 2025 ( modifica il 29 giugno 2025 | 07:08)

29 giugno 2025 ( modifica il 29 giugno 2025 | 07:08)

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