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Cellino paga una delle due rate insolute (109 mila euro)La Loggia: lo stadio è nostro se non arriva la seconda

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Colpo di scena nella vicenda Cellino-Rigamonti, una mossa imprevista e bizzarra del presidente dell’ex Brescia Calcio. Nella mattina del 28 giugno ha pagato una delle due rate semestrali per l’affitto dello stadio, con un bonifico da 109 mila euro. Ma la Loggia è categorica: se non arriva un altro bonifico entro la mezzanotte (la diffida è del 13 giugno) lunedì il Comune è autorizzato a tagliare i lucchetti, riprendere possesso del Rigamonti e cambiare le chiavi. C’è scritto sul contratto di 9 anni firmato nell’estate 2019 da Cellino: lo stadio sarebbe tornato al comune qualora non fossero state pagate due rate consecutive dell’affitto (157.500 euro l’anno poi diventati 218mila con il galoppare dell’inflazione) o se la squadra fosse uscita dal calcio professionistico. Cosa che si concretizzerà mercoledì, quando la Figc estrometterà il Brescia dalla serie C (alla quale Cellino l’ha comunque iscritta) perché non sono stati pagati entro il 6 giugno stipendi e contributi di giocatori e dipendenti. La Loggia è certa: anche qualora Cellino pagasse la seconda rata  lo stadio tornerebbe al comune perché la squadra non è più nel calcio professionistico. 
Ma l’aver pagato una delle due rate d’affitto è sintomo che Cellino non vuole darsi per sconfitto: pare una strategia per avviare l’ennesimo braccio di ferro legale con la Loggia (e la città). La  pervicacia con cui il manager sardo ha sempre portato avanti le sue battaglie la dice lunga sulla sua volontà di non mollare la presa così  facilmente. 

28 giugno 2025 ( modifica il 28 giugno 2025 | 14:42)

28 giugno 2025 ( modifica il 28 giugno 2025 | 14:42)

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