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Brad Pitt in F1, Deneuve in Giappone, torna M3gan, il mammo Centorame e altri 6 film al cinema o in digitale

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Facile dire action. Facile indicare l’elemento distintivo del kolossal del Terzo millennio nell’adrenalina della trama, nell’affabulazione sovraeccitata dei movimenti di macchina, nella sovrapposizione / contrapposizione dei corpi. L’estate si presta al discorso, con l’invasione dei blockbuster, quelli duri e puri, che un po’ ci divertono e un po’ ci fanno storcere il naso, un po’ ci riempiono gli occhi e un po’ ci lasciano con l’idea del vuoto pneumatico. E allora facile dire che, tra il film videogame americano Ballerina, l’imminente Jurassic World – La Rinascita con Scarlett Johansson e l’horror d’autore britannico 28 anni dopo di Danny Boyle, il campione non può essere che F1 – Il Film, diretto e da Joseph Kosinski e coprodotto da Lewis Hamilton con un Brad Pitt ultrasessantenne non certo da carta d’argento, cowboy solitario alla Alan Ladd, una tigre al volante, questione di talento e rabbia repressa. F1 è il meglio di tutti perché Kosinski cucina (bene) una pietanza dai mille sapori, con le marce alte sempre innescate, 156 minuti al massimo, puro divertissement. Storia del riscatto di un fuoriclasse della Formula 1 degli Anni Novanta, Sonny Hayes (Brad Pitt), un biondino che gareggiava con Senna e Schumacher, uscito bruscamente dal giro dopo un incidente in pista e ora, con la schiena rotta, vagabondo mercenario nei circuiti minori, da Daytona e la Formula Nascar in giù: una gara e via, un ingaggio per tirare a campare, e se arriva la vittoria tanto meglio. 

Sonny si è perso: vive in una roulotte, le regole gli mettono l’orticaria, prende i soldi e scappa. Non ha legami, ma è inseguito da un passato sentimentale turbolento con due divorzi da cui è uscito malconcio. Ora vive alla giornata, è un vincente nato che si atteggia da perdente. La svolta arriva quando viene ingaggiato da un vecchio compagno di squadra, Ruben Cervantes (Javier Bardem sempre più americano), per risollevare le sorti dell’immaginaria scuderia ApxGp sull’orlo del fallimento, con un primo pilota giovane, bravo e arrogante, nonché mammone Joshua Pearce (Damson Idris, che potrebbe essere il prossimo T’Challa del Marvel Cinematic Universe). Mentre il cavaliere prepara l’impresa, troverà un’amica nella direttrice tecnica della squadra, la volitiva Kate (l’irlandese Kerry Condon, Gli spiriti dell’isola), anche se il diavolaccio si guarda bene dall’intavolare relazioni sentimentali durature. Kosinski segue alla lettera il manuale del perfetto blockbuster: sceglie la semplicità alternando vecchia e nuova Hollywood. 

Punta sul conflitto generazionale, descrive la voglia di rivalsa dell’anziano campione contro pregiudizi e mistificazioni, creando un iper-western vroom vroom in cui aleggiano le ombre di Paul Newman e Steve McQueen, un Top Gun dei motori arrabbiati che vale come un diario di resurrezione. Lo scatto in più è legato alla super tecnologia che accompagna il filmone: microcamere piazzate all’interno delle auto, F2 adattate, portano lo spettatore direttamente in pista, contro le ruote dell’avversario, contro i guard rail, nel dedalo delle chicane, ai frenetici cambi di gomme. In più, compaiono molti volti noti del Mondiale. Brad Pitt, in stato di grazia divistica, è l’eroe selvatico e imprendibile, l’ultimo dei samurai, il meglio figo del bigoncio che in extremis va a riprendersi quanto gli spetta. 

F1 – IL FILM di Joseph Kosinski
(Usa, 2025, durata 156’, Warner Bros. Pictures) 

con Brad Pitt, Javier Bardem, Kerry Condon, Tobias Menzies, Damson Idris, Lewis Hamilton 
Giudizio: 4 su 5
Nelle sale

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