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La Juventus sconfitta 2-5 dal Manchester City, ora il Real Madrid agli ottavi. Tudor: «Sono le squadre migliori al mondo»

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ORLANDO Se la differenza sta nei quattrini già investiti sul mercato – «Il City arriva e spende cento, 50, non so quanti milioni, poi alla fine è così», ha detto Igor Tudor dopo la batosta di ieri sera (giovedì 26 giugno) – allora, tanti auguri pure per gli ottavi di finale di Miami, dove martedì primo luglio la Juve sfida il Real. Nell’oblò di mercato riservato alle squadre che andavano al Mondiale, la Casa Blanca ha infatti sborsato quasi 120 milioni di euro – tra Huijsen, Mastantuono e Alexander-Arnold – per non parlare dell’arsenale che Xabi Alonso ha ereditato da Carlo Ancelotti. Del resto, dopo la stagione semi-disastrosa, Pep Guardiola ha preteso un lifting da 150 milioni di euro a inizio giugno, che diventano sui 350 da gennaio

«Loro hanno giocatori molto più forti dei nostri, questa è la verità – ha continuato l’allenatore bianconero, dopo il 5-2 subito dal Manchester – e questo va detto. Non cercando le scuse, non cercando niente, il calcio è bello perché in una partita può vincere…Però, devono esserci tante condizioni messe insieme, che stavolta non ci sono state, per fare meglio». Complice pure un turnover obbligato, a queste temperatura, ripescando gente arrivata da Marte (Kostic) e altri sul tabellone delle partenze da settimane (Vlahovic), o altri alla ricerca di fiato e minuti (Koopmeiners). Morale, contro gli inglesi, non c’è stata partita: 76 per cento di possesso palla, 23 tiri (10 nello specchio) contro 7 (3 in porta), 771 passaggi contro 239.

A questo punto del cammino juventino, sostiene Tudor, non è un dramma: «Macché ridimensiona – ribatte il tecnico – stiamo parlando della squadra migliore al mondo negli ultimi dieci anni, il City, insieme al Real, con l’allenatore migliore al mondo». E ancora: «Quando parli di qualità di calcio, non c’è nessuno meglio di loro. Noi potevamo fare gol sul 3-1, comunque non toglie niente, e l’ho detto ai ragazzi: non c’è nulla da rimproverare, è così il calcio, a volte è brutto, vai avanti, c’è un altro torneo. Si dimentica questa gara, riposiamo e andiamo avanti». Contro le Merengues, gli altri migliori del pianeta, con ben altro assetto: a cominciare da Yildiz, uno dei pochi a graffiare, dopo essere entrato nella ripresa, e Kolo Muani, rimasto invece in panca.

Non c’è stata gara anche secondo Koopmeiners, che pure è tornato al gol: «Era una partita troppo difficile, contro una squadra forte. Abbiamo giocato basso ed era difficile per noi difendere così – spiega il centrocampista olandese – anche quando rubi la palla, devi correre con la palla per 80 metri, e diventa complicato. Abbiamo fatto qualcosa quando siamo rimasti un po’ più alti, facendo subito gol, ma ci sono tante cose che dobbiamo fare meglio. Dobbiamo imparare da questa partita». Se nessuno s’era illuso, dopo le goleade con Al Ain e Wydad, avversari troppo leggeri, quella con il City resta una mazzata, e una brutta figura, in mondovisione. Tra quattro giorni, al di là del risultato, bisognerebbe almeno rilucidare l’immagine.


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27 giugno 2025

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