
L’Italia del basket sogna ancora. Stasera le azzurre di Andrea Capobianco sfideranno il Belgio nella semifinale degli Europei di Atene. E Jasmine Keys vuole continuare ad emozionare, ed emozionarsi: la Nazionale è tornata fra le prime 4 in Europa dopo 30 anni anche grazie alle triple ed alla duttilità della 27enne figlia d’arte (papà Randolph, ex Verona, ha trascorsi in Nba).
Jasmine, quale è il segreto delle vostre vittorie-thriller?
«Abbiamo recitato sempre lo stesso copione: partenze brillanti, rimonte delle avversarie, volate vincenti con la difesa protagonista. Ci siamo compattate nelle difficoltà: la squadra è giovane ma ha la testa, ogni successo aumenta la sicurezza».
Vi aspettavate tanta attenzione attorno a voi?
«Ce la siamo guadagnata ed è bello sentire tanto interesse: serviva al movimento, resterà indipendentemente dall’esito di questa avventura».
Come si cancellano gli errori, come quello contro la Turchia (palla persa a 5” dal termine dei regolamentari e canestro per il pari delle avversarie)?
«Il basket è un gioco veloce e la capacità di reagire dopo un errore è fondamentale: rimuginare sull’azione precedente è la strada per la sconfitta. Dopo quell’errore ho pianto, cosa che in campo non mi capitava da molto; ma vorrei riprovare l’emozione super degli abbracci e della gioia finale di mercoledì».
C’è il Belgio campione uscente: come nei videogiochi che sono la sua passione, più si va avanti e più il livello diventa impegnativo…
«Paragone perfetto: abbiamo superato un livello dopo l’altro ma stasera affrontiamo il boss. Non partiamo sconfitte, vogliamo provarci con la nostra mentalità. I videogame? Sono uno dei miei tanti interessi, e uno svago nelle trasferte e negli aeroporti».
Cosa si prova ad essere un punto di riferimento per le bambine?
«La Nazionale è il palcoscenico migliore: non abbiamo ancora raggiunto nulla, ma abbiamo ribaltato 30 anni di oblio. Vestire la maglia dell’Italia significa essere d’esempio. Fa piacere la visibilità in chiaro, grande vetrina che aiuterà un movimento in difficoltà».
Che messaggio manda ai tifosi per seguirvi?
«Deve guardarci chi cerca emozioni. Non è un caso che il seguito sia aumentato partita dopo partita. Non è una questione di tecnica: abbiamo già dimostrato quanto cuore abbiamo, guardateci perché vogliamo far vedere che nel basket ci siamo anche noi donne».
Studia psicologia, è utile in campo?
«Sto seguendo un master in psicosessuologia clinica dopo la triennale in psicologia delle relazioni. Sono riflessiva e controllo le emozioni, il corso di psicologia dello sport è stato utile per le dinamiche di gruppo».
Laureata e giocatrice professionista: come si conciliano studi e sport?
«Noi donne siamo abituate: gli stipendi sono diversi da quelli del basket maschile. Ora siamo riconosciute come lavoratori sportivi e per la prima volta abbiamo versato i contributi pensionistici; servono ancora molti passi avanti, ma la direzione è giusta».
27 giugno 2025
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