
«Come scoprire che Babbo Natale esiste davvero». Per il regista inglese Gareth Edward essere chiamato a riportare sugli schermi un nuovo capitolo della saga sul ritorno dei dinosauri, lanciata negli anni Novanta a partire dal romanzo di Michael Crichton è stato il coronamento di un sogno da bambino perseguito anche da adulto, cresciuto nel mito dell’opera omnia di Steven Spielberg. «Il suo tocco è irripetibile — dice al Corriere —, ma sbagliare sarebbe stato un sacrilegio. Spielberg per me è come Mozart per un musicista. È stato lui a coinvolgermi». In qualità di produttore di Jurassic World – La rinascita, in uscita il 2 luglio con Universal. «L’idea di base, insieme allo storico sceneggiatore David Koepp, è stata di rievocare, anche stilisticamente, il sapore e la qualità di quei film anni Novanta. Siamo tutti dei fan dei film originali».
L’azione si svolge nel 2027 (cinque anni dopo gli eventi di Jurassic World – Il dominio), la terra si è rivelata inospitale per i dinosauri, comprese alcune specie geneticamente modificate come i Distortus Rex (D-Rex), che riescono a sopravvivere solo in una fascia intorno all’Equatore. Gli umani hanno perso interesse, i parchi dedicati sono in stato di abbandono. Zora Bennett, agente sotto copertura (una Scarlett Johansson molto convincente) viene reclutata da un’azienda farmaceutica insieme al paleontologo Henry Loomis (Jonathan Bailey, ormai lanciatissimo grazie a Bridgerton) per recarsi in un’isola tropicale off limits per gli umani, per recuperare il Dna di tre specie di dinosauri, di acqua (Mosasaurus), aria (Quetzalcoatlus), e terra (Titanosaurus), in grado di contribuire allo sviluppo di un eccezionale farmaco salvavita. A loro, in una missione segreta e assai pericolosa, si unisce il fidatissimo Duncan Kincaid (Mahershala Ali).
«Siamo rimasti fedeli al tema di fondo, ovvero che la vita trova sempre una via». Nel film la dino-mania è scemata, gli umani hanno perso interesse per quei giganti tornati dalla preistoria e ormai piuttosto acciaccati. La scommessa è che la curiosità per la saga sia, invece, ancora vivo. «Ci abbiamo giocato apertamente, è il punto di partenza della sceneggiatura. Ci sono stati tanti film della saga, due trilogie, serviva una ripartenza, come una nuova storia d’amore. Noi siamo certi che la passione per queste creature incredibili che hanno abitato il mondo prima di noi non sia scemata. Il fascino dei dinosauri è indiscutibile. È nel nostro Dna di mammiferi temere di essere prede di animali più grandi di noi. E, nello stesso tempo, l’idea di una possibile convivenza tra noi e i dinosauri è una magnifica utopia. In fondo i dinosauri rappresentano la natura e noi ci troviamo di fronte al dilemma: siamo ancora in grado di vivere nella natura?».
In effetti l’emergenza ambientale già rende inospitali per gli umani alcuni luoghi del pianeta. «Anche noi umani sentiamo forte il tema della possibile estinzione, e sappiamo di esserne responsabili avendo sfruttato in maniera feroce la natura a nostro beneficio. Ci sono delle conseguenze, lo stiamo vedendo».
È molto grato al suo cast, a partire da Scarlett Johansson, forza vitale del film. «Non si sa bene che lavoro faccia ma trova sempre una soluzione. E non abbandona una sorta di arma segreta che è il senso dell’umorismo». Si trova in prima fila anche nell’affrontare una scelta non facile. «Amo il cinema d’azione, non penso tocchi a noi fare prediche. Ma quando i protagonisti affrontano un dilemma morale, c’è più sugo, non c’è dubbio. In questo caso la scelta tra una possibile cura, grazie al Dna dei dinosauri, messa a disposizione di tutti o sfruttata per l’interesse di pochi. Qualcosa che mi pare molto attuale».
Ci sarà un nuovo capitolo? «Nessuno me ne ha parlato. E io amo i film che finiscono».
26 giugno 2025
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