L’Inter riceve un prestito di 350 milioni da grandi fondi. Oaktree dimezza gli interessi rispetto all’era Zhang

Oaktree chiude l’era cinese dell’Inter anche dal punto di vista debitorio. Il club e il fondo americano hanno annunciato di aver concordato un prestito da 350 milioni di euro con grandi fondi di investimento basati negli Stati Uniti. Il finanziamento va a sostituire l’obbligazione da 415 milioni emessa nel 2022 e appena rimborsata dal club in anticipo rispetto alla scadenza prevista del 9 febbraio 2027. 

Il costo del prestito

Oltre che di importo più basso, il nuovo debito dell’Inter prevede anche un tasso di interesse inferiore. Il bond del 2022 arrivava infatti nel pieno di una fase complessa per i conti non solo dell’Inter ma anche della proprietà cinese Suning. Le condizioni del bond risultavano quindi piuttosto onerose: un tasso del 6,75% annuo che si traduceva in un costo per l’Inter di circa 30 milioni a stagione. Il nuovo prestito da 350 milioni pagherà invece un tasso annuo intorno al 4,5% sino alla scadenza del 2030, con un costo quindi pressoché dimezzato per l’Inter. 

Il miglioramento dei conti

Oaktree ha del resto potuto mettere sul tavolo tre carte pesanti per spuntare dai creditori un tasso più vantaggioso. Il fondo statunitense è anzitutto in una posizione finanziaria più solida rispetto a Suning che nel 2022 si apprestava a registrare quasi due miliardi di perdite. Sul mercato del debito, poi, Oaktree «gioca in casa» dal momento che i finanziamenti privati sono una delle specialità. L’Inter, infine, può mostrare al mercato un bilancio in netto miglioramento.

Il merito di credito

Mentre la stagione 2021/22 si è chiusa con 140 milioni di rosso, quest’anno l’Inter dovrebbe registrare il primo utile da oltre un decennio. Merito della cavalcata in Champions — che ha fruttato 130-135 milioni di premi Uefa e 30-35 milioni di incassi al botteghino — e degli incassi del nuovo Mondiale per Club Fifa. Questi numeri, uniti alla solidità della proprietà di Oaktree, hanno consentito all’Inter di ottenere un rating di credito «investment grade», ossia un buon giudizio di affidabilità come debitore da parte dei finanziatori.