
Impallinato dal fuoco amico. Dopo giorni passati sulla graticola, Diego Salvadori ha rassegnato le dimissioni dal consiglio comunale di Bolzano. Ieri mattina, 25 giugno, l’annuncio in sala giunta insieme al sindaco Claudio Corrarati che voluto lanciare un chiaro messaggi a tutta la maggioranza. E anche all’opposizione. «Sono per il rispetto e per usare un linguaggio disarmato. Mi auguro che non ci siano più simili scivoloni perché adesso dobbiamo pensare a lavorare per la città» ha detto.
Le scuse
Col volto tirato di chi ha vissuto giorni difficili, Salvadori ha annunciato la scelta di dimettersi consegnando un breve documento in cui ammette l’errore su Goebbels e si scusa per lo scivolone. «Non è mia abitudine tirarmi indietro davanti ad una mia mancanza e non lo farò certo ora ho commesso un errore di comunicazione utilizzando una citazione legata ad una personalità che io stesso, così come la storia, l’umanità intera e la coscienza democratica di tutto l’arco politico italiano ha condannato» sottolinea Salvadori che aveva utilizzato una citazione del ministro della propaganda della Germania nazista Joseph Goebbels per criticare gli organizzatori del Pride. «Ho sbagliato. Ho sottovalutato. Mi sono scusato, ma non é bastato a chi voleva infierire. Ciò ha oltrepassato la normale dialettica politica e ha intaccato la sfera personale con gravi ripercussioni nei confronti della mia famiglia. Il mio è un preciso atto di amore nei confronti della mia città e della mia famiglia. I bolzanini hanno diritto ora di potere godere del nuovo corso politico in senso pieno e senza ulteriori speculazioni» aggiunge Salvadori che, dopo l’infelice uscita sul Pride, è stato scaricato praticamente da tutta la maggioranza.
Criticato anche dagli alleati
Se è vero che i primi attacchi sono arrivati da sinistra, a fargli maturare la decisione di dimettersi è stato l’atteggiamento degli alleati e dei compagni di partito. L’ala centrista della coalizione è subito insorta per evitare che la maggioranza venga etichettata come «estremista», poi sono entrati in gioco i rivali interni di FdI con cui Salvadori si era scornato durante le trattative per la formazione della giunta. Considerando che anche l’Svp si è parecchio irrigidita, Corrarati non ha potuto far altro che pretendere la testa di Salvadori. E il consigliere di FdI, da buon soldato di partito, si è adeguato alle richieste che gli sono arrivate dall’alto e ieri ha ufficializzato la sua uscita dal consiglio comunale. «Questa situazione ha avuto delle conseguenze che lo stesso Salvadori, né il politico né l’uomo poteva prevedere. Ma Diego ha mostrato di sapersi assumere le sue responsabilità e dopo delle parole sbagliate ha fatto un gesto giusto. La sua azione rafforza la credibilità del nostro progetto e mi auguro che sia un monito per tutti, dentro e fuori questo palazzo, su quanto la comunicazione possa avere a volte conseguenze importanti» sottolinea Corrarati che ora vorrebbe evitare ulteriori incidenti di percorso.
La solidarietà di FdI
Intanto al consigliere arrivano le manifestazioni di solidarietà da un partito che, di fatto, lo ha completamente scaricato. «Salvadori, al netto del suo drammatico errore che gli abbiamo severamente rimproverato, va riconosciuto il valore etico di tante sue battaglie. Non condivise da tutti ma sempre condotte con onestà intellettuale e rigore morale . Salvadori non ha mai inseguito un solo interesse personale, sempre e solo quello della sua comunità. Sino all’atto estremo delle sue dimissioni nell’esclusivo interesse della serenità di governo della sua città» commenta il deputato Alessandro Urzì che accusa la sinistra di tacere sulla maglietta delle Brigate rosse indossata dalla rappresentante degli studenti dell’Università di Trento. Sulla stessa linea Marco Galateo, vicepresidente della giunta provinciale che nei prossimi giorni si confronterà sull’accaduto con il presidente Kompatscher. «Generoso gesto di Salvadori che con le dimissioni riconosce il principio della responsabilità di chi sbaglia. Rimane la gratitudine per tutte quelle battaglie etiche che Salvadori ha portato avanti e spero vorrà portare avanti ancora a difesa della famiglia. Non meritava il linciaggio mediatico che ha subito da un sinistra che non dice nulla sul prof che augurava la morte a Giorgia Meloni».
26 giugno 2025
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