
Consiglio un libro singolare, «Alfabeto Poli» (Einaudi) a cura di Luca Scarlini, che ha sfogliato e sbobinato centinaia di interviste all’attore per poi isolare certi temi principali e ricorrenti, per scegliere alcune «parole chiave» e costruire «un sillabario poetico e brillante: una sarabanda di racconti spericolati e divagazioni fulminanti, un “Alfabeto Poli” da decrittare seguendo il filo dell’ironia». Paolo Poli ha fatto molta televisione, persino un’edizione di «Canzonissima», quella del 1961-62. Particolarmente attivo nelle produzioni dedicate ai giovani telespettatori in veste di interprete e di sceneggiatore, ha rivestito il ruolo di protagonista ne «La ricetta della felicità» (1968) e ne «Le avventure di Lunina Carlotta» (1968); ha inoltre partecipato al ciclo «Centostorie» (1969), allo sceneggiato «Il re non fa per me» (1969), ai programmi «La strana storia del dottor White e del signor Black» (1975) e «Tra i libri dei nonni» (1976). Ha firmato la riduzione de «I tre moschettieri» (1976), frutto di un lavoro di ricerca sperimentale.
Nel 1982 Gregoretti lo ha voluto per «Viaggio a Goldonia», un centone dei più celebri brani del commediografo veneziano.Questa è la sua voce dedicata alla televisione: «Quando la televisione nasceva, era una specie di teatro registrato, recitavamo dal vivo: truccati e vestiti con quel bruciacu… che dà il pubblico (perché era in sala) con l’orchestra lì. E le ballerine che a volte inciampavano nella bottiglia d’acqua rovesciata perché prima era passato il masticatore di vetro che aveva sputato naturalmente in terra. E noi si ballava facendo finta di nulla. Poi la tv è diventata un cinema alquanto più brutto, alquanto migliorato, come diceva giustamente Flaiano, dalla pubblicità, che è fatta con molta più cura, ci sono dei cervelli che si spremono di più. In televisione ho sempre venduto i cascami di quello che facevo in teatro. Ho sempre fatto cose che non mi hanno sposato come personaggio al piccolo schermo. Nessuno mi ha mai fermato per strada dicendo: “Uh, guarda c’è Anacleto il gasista”. E adesso che sono in pensione, visto che prendo poco, non mi conviene neanche lavorare per la Rai».
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25 giugno 2025
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