
(LaPresse) “Una giornata importante, perché Salvini finalmente è venuto in aula a rendere testimonianza. Mi ha sconvolto perché ha detto che non si ricordava o ometteva alcune cose. Come quando promise ai suoi elettori che una volta andato al governo mi avrebbe tolto la scorta. Oppure quando ha parlato degli arresti ai boss, che sono fatti dalla polizia indipendentemente da chi è ministro dell’Interno, quindi non se li può attestare” così lo scrittore Roberto Saviano al termine dell’udienza nel processo per diffamazione ai danni di Matteo Salvini per averlo definito nel 2018 “ministro della mala vita”. “Il mio post nasce dal fatto che Salvini” prosegue Saviano, “durante un comizio in Calabria disse che il problema della Regione era l’immigrazione. E tra i sostenitori c’erano membri del clan Pesce e del clan Bellocco. E Furgiuele, parlamentare leghista, ha come suocero Mazzei, condannato per estorsione mafiosa. Salvini non si è mai dissociato”.
25 giugno 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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