
Maranello (Modena) – «Hypersail è una sfida che ci porta a superare i nostri confini e ad allargare i nostri orizzonti tecnologici. Allo stesso tempo si inserisce nel solco della tradizione Ferrari, traendo ispirazione dalla nostra hypercar, tre volte vittoriosa alla 24 Ore di Le Mans. Progettare una barca per la navigazione d’altura è forse la massima espressione dell’endurance» spiega John Elkann, Presidente di Ferrari, nella presentazione ufficiale a Maranello di quella che si preannuncia la più grande sfida italiana al mare di tutti i tempi. Il Cavallino navigherà insieme a Giovanni Soldini, il velista più vincente della nostra vela. . Il poco che si è visto di una barca rivoluzionaria, chiamata non a caso Hypersail e che sarà varata entro fine 2026, fa pensare all’assalto dei principali record oceanici. Perché la sua destinazione non può essere la regata ‘normale’ ma appunto volare tra le onde: impresa non facile per un 100 piedi – oltre 30 metri di lunghezza, dotato di foil, come gli AC75 dell’America’ Cup che però gareggiano su acqua piatta.
Cento uomini al lavoro
La barca, progettata dal francese Guillaume Verdier – il maestro della vela oceanica – è un one off, costruito in Italia (top secret, ma pare Persico Marine) che stabilizzerà il suo volo su tre punti d’appoggio. La novità assoluta è che uno dei foil avrà come supporto la chiglia basculante, e gli altri punti saranno un foil sul timone e, a turno, i due foil laterali. «L’incontro tra culture diverse e tecnologie avanzate sta permettendo di realizzare una barca per molti aspetti rivoluzionaria. Dal punto di vista nautico, è innovativa per come è fatta e per come volerà; sul fronte dei sistemi, l’apporto di Ferrari sta promuovendo lo sviluppo di un controllo mai visto prima a bordo» racconta un entusiasta Soldini che a 59 anni si trova a essere team principal di un gruppo dove un centinaio di persone del mondo Ferrari lavorano in sinergia con quanti progettano e chi andrà a bordo. «Sei velisti, non di più, che dovranno sgobbare” dice.
Evoluzione su due fronti
Curiosità: la ricerca di soluzioni del tutto originali applicate alla nautica ha già portato al deposito di nove brevetti e alla scrittura di altri sei. Altrettanto significativo è il contributo che la ricerca della massima performance sul mare sta apportando nell’evoluzione delle sports car del Cavallino Rampante. Altro tema tecnico interessante: il monoscafo è stato progettato per funzionare esclusivamente grazie a fonti di energia rinnovabili, quali l’energia solare, eolica e cinetica. Nessun motore a combustione è presente a bordo e quindi tutta l’energia necessaria per alimentare i sistemi di controllo e movimento dei foil, della chiglia e del timone, oltre all’intero comparto elettronico dei computer e degli strumenti di bordo, deve essere autoprodotta in navigazione. Anche qui, l’esperienza sulle hypercar del WEC è servita molto.
Test lunghissimi
Obiettivi? Per ora non dichiarati. «E’ un’avventura molto complessa, prima dobbiamo mettere a punto la barca e poi ho già in mente qualcosa…» dice, sornione, Soldini che non si pronuncia sul budget come era prevedibile ma che facilmente supererà i 10 milioni di euro solo per l’imbarcazione, considerando che si tratta di un mezzo molto diverso da quanto si vede in acqua. Ma ci sono tutte le premesse per scrivere una grande pagina di vela. «E’ una sfida eccitante, molto di più di un’America’s Cup dove ci sono troppe regole: qui siamo totalmente liberi” sottolinea Elkann, coinvolto nell’avventura in virtù di uno storico rapporto velico con il navigatore milanese. «Giovanni è un pilastro fondamentale del progetto, sia per le sue imprese come velista, sia per la sua impareggiabile esperienza nello sviluppo e costruzione di barche».
25 giugno 2025 (modifica il 25 giugno 2025 | 14:47)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
25 giugno 2025 (modifica il 25 giugno 2025 | 14:47)
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