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Brad Pitt pilota in «F1 – Il film»: «La velocità sul set mi entusiasma, non sono spericolato come Cruise, ma guido davvero»

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«Andare piano è pericoloso». Parola di Brad Pitt che dal 25 giugno nei cinema va molto veloce in «F1 – Il film», vera e propria dichiarazione d’amore, in forma cinematografica, rivolta al mondo della Formula 1 e delle corse automobilistiche dove «andare piano è pericoloso perché devi scaldare le gomme per dare a quei bolidi la necessaria aderenza al terreno. E puoi farlo solo andando dannatamente veloce», spiega l’attore sessantunenne.

Era stata la compagnia assicurativa a chiedere alla produzione di far correre davvero Brad Pitt e Damson Idris sulle stesse auto e sulle stesse piste dei veri piloti di Formula 1, ma di farlo a velocità ridotta. Niente da fare. Sarebbe stato ancora più pericoloso e così il pubblico vedrà sfrecciare i due attori a 300 km orari e vedrà gli effetti della velocità sui loro volti, grazie a sei telecamere miniaturizzate, posizionate nell’abitacolo. «Volevamo dare al pubblico l’esperienza che solo 20 persone al mondo provano durante un weekend di gare».

Quasi tutto è vero, nel film diretto dal regista di «Top Gun – Maverick» Joseph Kosinski e prodotto da Jerry Bruckheimer, dal sette volte campione del mondo Lewis Hamilton e dallo stesso Brad Pitt. Lo sono i circuiti automobilistici — le ultime riprese sono state effettuate durante la gara di Abu Dhabi e nei momenti di pausa fra le prove e le gare —, lo è il pubblico sugli spalti, lo sono le auto e gli attori alla guida, che hanno preso lezioni per due anni prima di mettersi al volante.

«Tutto è partito da una mail a Lewis Hamilton. Per fare questo film avevamo bisogno di un insider e quando lui ci ha detto sì, sapevamo che ce l’avremmo fatta». Pitt, grande appassionato di corse automobilistiche ci aveva già provato qualche anno fa. Avrebbe dovuto recitare con Tom Cruise. Sarebbe stata una storia simile a Ford Vs Ferrari che però non si è mai concretizzata e forse per Brad Pitt è stato meglio così. Battere Tom Cruise sul fronte delle azioni spericolate è una «mission impossible».

«Non faccio tutto quello che di solito fa lui – ammette Pitt — Tom è completamente pazzo, ma anche io, in questo caso, ho voluto mettermi alla prova su una disciplina sportiva che per me è quasi una religione. Guidare davvero quei bolidi mi ha regalato momenti eccitanti ma anche di pace: mi sono preparato per quasi due anni, ero pronto e mi sono divertito».
Così tanto che non avrebbe voluto che finisse: «Ad Abu Dhabi mi dicevo: ho due corse da fare, ne ho ancora una… Una specie di conto alla rovescia. Essere dentro l’ecosistema della stagione delle corse di Formula 1, con i veri team, è stata un’emozione che non ho mai provato in tutti questi anni di carriera». Quanti? Tanti. Il suo primo film risale al 1987 (Senza via di scampo) e ora il suo curriculum conta 95 titoli e due Oscar, uno come produttore, per 12 anni schiavo, e l’altro come non protagonista per C’era una volta a Hollywood di Tarantino.

Il nuovo film racconta la storia di Sonny Hayes (interpretato da Pitt), pilota di talento negli anni ’90, fino a quando un incidente non pone fine alla sua carriera. Trent’anni dopo si mantiene come pilota mercenario ma viene avvicinato dal suo ex compagno di squadra, Ruben Cervantes (Javier Bardem), proprietario di una squadra in difficoltà. Ruben riesce a convincere Sonny a tornare in Formula 1 e correre al fianco del giovane Joshua Pearce (Damson Idris). Mentre i motori ruggiscono, il passato riaffiora e Sonny si rende di nuovo conto che in questo sport il compagno di squadra rappresenta la concorrenza più spietata.

«Questo film è una somma di storie individuali, proprio come lo è tutta la Formula 1. La frustrazione più forte? Non aver potuto nemmeno sfiorare i bolidi in competizione, alla fine delle gare le auto devono essere testate per controllare che non ci siano state irregolarità. È quindi imperativo non toccarle, pena la squalifica».

25 giugno 2025

25 giugno 2025

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