
Cassandra dice: piano, per carità, piano con questo ottimismo scatenato, con questa «sensazione di leggera follia», ricordate il verso di Mogol per Lucio Battisti? A noi napoletani piace tanto, ci toglie dalla palude di malumore della quotidianità. Bar e radio, social e scuole: Napoli ribolle come quella nuvola di ragazzi attorno al pullman della squadra all’arrivo allo stadio per la partita col Torino. Non si era nemmeno giocato, c’era solo il risultato di Inter-Roma e già esultavano. Ma non è ancora fatta. Vedere non è toccare.
E va bene, lo sappiamo tutti che la gioia sta nel viaggio e nel raggiungimento del traguardo, che questo Napoli ci sta facendo vivere un sogno e vogliamo pure credere a tutta quella fuffa che sta a metà strada fra la leggerezza e il marketing furbacchione. Ma calmarsi è una misura di ordine pubblico: pensate a come staremmo se dopo tutto questa gioia ci dovesse toccare uno splendido secondo posto.
«Dobbiamo», perché siamo tutti in questo stato e la stessa persona un po’ esulta e un po’ è presa da mille paure. E credo che la stessa squadra sia in queste condizioni, benché là dentro il comandante sia uno che la rotta del tricolore l’ha percorsa sia da giocatore sia da allenatore e sa bene come governare l’imbarcazione. Qui siamo da sempre Cassandre. Così ci chiamano i nostri fratelli di stadio della tribuna Nisida, che purtroppo non frequentiamo più. Sono gli stessi cui l’arrivo di Conte a Napoli ha provocato il mal di mare. Anche a Cassandra. Ma Cassandra non si diverte a dire le cose cupe, semplicemente le cose le vedeva arrivare, la visione delle future cose gliel’aveva data il dio Apollo che ne era cotto. Ha visto bene la saggezza di Conte, il suo essere un usato sicuro di un ferrarino d’altri tempi, la sua competenza pragmatica. La sua ammirabile capacità di gestione degli uomini.
E oggi, consultata subito dopo la partita col Torino, in una notte insonne fino alle tre del 28 aprile, Cassandra dice e ripete che si può fare. Che anzi la probabilità di farcela sia ormai alta. Ma che proprio per questo bisogna tenere le mani sul volante e non cantare e urlare a squarciagola. Fra Lecce e Parma, fra Cagliari e Genoa, c’è sempre il Satana della delusione in agguato. Non è pessimismo, è che forse seguiamo il Napoli da troppo tempo. Poi certo la fantasia corre con i suoi cavalli imbizzarriti: nella mente di questo ateo incallito è affiorata l’idea che la sconfitta della Inter l’abbia chiesta Diego Maradona a Bergoglio, appena quello ha messo piede in paradiso e lui, peraltro ex vescovo di Roma, ha proceduto. Ma non lo si dica in giro, non vorremmo perdere la nostra dignità di Cassandra pagana.
Adesso ci calmiamo: metteremo nel conto che questa è anche la squadra di Como, la squadra del secondo tempo di Venezia, la squadra delle due rimonte dell’Olimpico di Roma, la squadra che in settimana dovrà sfogliare una intera enciclopedia medica per fare l’inventario di tutti i guai.
Poi ci sono i vizi antichi dell’ambiente di provincia. In queste ore si è aperta la caccia all’uomo anti contista, le oche starnazzano contro chi ha sollevato dubbi legittimi nell’anno e nel quale si è fatto di necessità virtù, portando un brutto Napoli alle soglie di uno scudetto dove si è fritto il pesce con l’acqua, in concorrenza con una squadra oggi in crisi ma per i tre quarti del cammino a noi superiore.
In un ambiente mediatico civile non si fanno cacce all’uomo, non si attaccano le persone invece degli argomenti. La civiltà non è data, la si conquista ogni giorno, come la democrazia. Qui invece impera l’immagine del carro del vincitore e c’è chi decide chi entra e chi no. In ogni festa ci sono sempre clown e sicofanti. Noi siamo felici, perché Cassandra non è schierata né con i giochisti o i difensivisti, né con i filo juventini né con gli anti juventini. Il cuore di Cassandra è sempre stato con quelle sei lettere che fanno il nome della città e della sua squadra. Il resto è circo.
Vai a tutte le notizie di Napoli
<!–
Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.–>
Iscriviti alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno Campania
29 aprile 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA