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Becciu pronto al «passo indietro»: sente i pochi amici rimasti e rinuncia al Conclave

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Ieri mattina Angelo Becciu sembrava davvero convinto, «per il bene della Chiesa», di fare «un passo indietro». Il cardinale di Pattada, che aveva sempre sostenuto di avere, più che il diritto, «il dovere» di entrare in Conclave, alla fine di una seduta drammatica nell’Aula Paolo VI del Sinodo, davanti alla Congregazione generale dei cardinali, pareva aver preso la decisione ultima di sacrificarsi, restando fuori dalla Cappella Sistina il 7 maggio per non avvelenare con le polemiche un momento così importante.

Non una «rinuncia», dunque, ma «un passo indietro», dopo aver a lungo riflettuto e ascoltato i pochissimi amici rimasti, tra cui il cardinale Giuseppe Versaldi che pure ieri nella riunione a porte chiuse aveva preso pubblicamente le sue difese: «Contro Becciu c’è stato un giudizio, ma ci sarà l’appello (il prossimo 22 settembre, ndr) e voi sapete che finché non c’è la sentenza definitiva uno è innocente».

Seduta drammatica, perché Becciu aveva di nuovo gridato la sua non colpevolezza circa il presunto coinvolgimento nello scandalo degli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra, per cui fu condannato nel 2023 in primo grado dal tribunale del Vaticano a 5 anni e 6 mesi di reclusione, ribadendo piuttosto la tesi del complotto giudiziario ordito contro di lui.

 Una trama oscura che emergerebbe anche da chat e audio che i suoi difensori, Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione, faranno ascoltare questa sera nel programma di Italia Uno le Iene, con dialoghi compromettenti tra il commissario della gendarmeria e una testimone dell’accusa. Così, ben conscio di poter finire comunque «impallinato» nella pre-elezione prevista per questa settimana dal collegio dei cardinali per decidere sul suo caso, alla fine ecco che Becciu sembrava aver dato lui stesso la soluzione al rebus. Ma poi nel pomeriggio gli è tornata su la rabbia e, d’accordo con i legali, l’annuncio ufficiale per il momento è saltato.

E il dibattito tra i cardinali, in vista del 7 maggio, rimane aperto: Becciu dentro o fuori? «Noi non siamo chiamati a cambiare la volontà del Papa ma solo a verificarla», ha avvertito ieri il cardinale Versaldi all’uscita dalla Congregazione. La volontà del Papa, appunto, che al momento però appare lo scoglio davvero insuperabile per Becciu. Rimane infatti quella lettera «F» con cui Francesco vistò dal letto del Gemelli, all’inizio di marzo — un mese prima di morire — la scelta di escludere dal Conclave il cardinale per lo scandalo di Londra. Una sigla che ha la forza piena di una sentenza: altro che documento senza valore, secondo il diritto canonico, come sostengono invece i suoi avvocati.
 
Il Papa, infatti, pur indebolito dalla malattia, aveva già siglato altre volte i dossier che i cardinali sottoponevano alla sua attenzione. E così fece quando quella mattina di marzo in ospedale il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin e il suo sostituto, Edgar Peña Parra, gli mostrarono il foglio che conteneva la domanda a cui dare la risposta definitiva per l’ingresso di Becciu in Conclave, dopo la «scardinalatura» del 24 settembre 2020, decisa da Francesco già durante le indagini sul palazzo di Londra. E la risposta del Papa fu un no netto, vistato con la lettera «F». Una volontà inoppugnabile, dunque, perché proveniva dal legislatore universale della Chiesa, nell’esercizio della sua «suprema, piena e immediata potestà», come recita proprio il diritto canonico.

L’avvocata Marzo, però, a proposito di volontà papale inoppugnabile, ricorda cosa c’è scritto nella Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis di Giovanni Paolo II e aggiornata da Benedetto XVI sulla Sede vacante, quando muore un Papa e si procede all’elezione del nuovo Pontefice: nel capitolo I, paragrafo 35, si afferma testualmente che «nessun cardinale elettore potrà essere escluso dall’elezione sia attiva che passiva per nessun motivo o pretesto». Riguarda anche Becciu? Lui, pur esautorato nel 2020 dal Papa, che ne accettò la rinuncia all’incarico di prefetto della Congregazione delle cause dei santi e ai «diritti connessi al cardinalato», conservò comunque il titolo cardinalizio. Motivo per cui, a suo parere, avrebbe ancora il diritto a 76 anni di partecipare al Conclave come elettore.


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29 aprile 2025 ( modifica il 29 aprile 2025 | 07:10)

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