
Si apre con un’affluenza del 68,7%, più bassa del previsto, l’assemblea di Generali a Trieste che dovrà esprimersi sul rinnovo del board sulla base di tre liste: quella di maggioranza di Mediobanca che ricandida il ceo Philippe Donnet e il presidente Andrea Sironi.; quella del gruppo Caltagirone e infine la lista di Assogestioni. La novità in apertura di giornata è che Unicredit starebbe andando verso il voto favorevole con il suo 5% alla lista Caltagirone. Dopo il cda di ieri il ceo Andrea Orcel avrebbe quindi imboccato la scelta di sostenere la lista di minoranza dell’imprenditore romano, come anticipato da Bloomberg. A questo punto, la partecipazione in Generali non sarà più solo finanziaria ma avrà anche una valenza industriale, quella di giocare una partita in Generali con il ruolo di stabilizzatore degli assetti. La banca sarebbe già al 6,5% del Leone.
Il ruolo di Caltagirone
Prima dell’apertura dell’assemblea quindi, Caltagirone può contare sul consenso dell’alleata Delfin, che di Generali ha il 9,9%, sul 2% di Crt (che però non si è ancora espressa ufficialmente) e quindi sul pacchetto di Unicredit che potrebbe avere più del 5,2% dichiarato alcune settimane fa ma che secondo alcune fonti potrebbe essere già al 6%. La scelta di Orcel arriva in un momento in cui la banca sembra aver avviato un dialogo con il governo sulla questione del Golden power su Banco Bpm deciso dal Consiglio dei ministri.
La scelta
La scelta dimostrerebbe che la seconda banca italiana è favorevole a un cambiamento nella governance della compagnia assicurativa, dichiarano fonti. Una posizione quindi che condivide con Caltagirone. La differenza di vedute tra le due parti, management e Caltagirone, si sono inaspriti quest’anno a causa dell’accordo tra la compagnia assicurativa e il gruppo bancario francese BPCE per unire le loro unità di investimento al fine di creare il secondo gestore patrimoniale più grande d’Europa. Alcuni membri del consiglio di amministrazione di Generali, sostenuti da Caltagirone, hanno espresso opposizione all’accordo.
Edizione astenuta
Edizione della famiglia Benetton (4,8%) avrebbe deciso di non esprimersi per il rinnovo del cda, astenendosi sul punto all’ordine del giorno. Votando invece a favore di tutte le altre voci. Mentre Crt potrebbe allinearsi a Caltagirone. Il gruppo romano si dovrebbe presentare con il suo 7% in una partita, quella di oggi, che, ai suoi occhi, è un momento di passaggio. L’imprenditore romano, al pari di Delfin, preferisce attendere la conclusione dell’Ops del Monte dei Paschi (il gruppo romano ha il 9,9%) su Mediobanca che, se andrà in porto, consegnerà a Mps il 13,1% del Leone in portafoglio a Piazzetta Cuccia. La valutazione, da quanto emerge, potrebbe essere condivisa anche da Edizione che seguirà con attenzione l’evoluzione che potrebbe riguardare Mediobanca, quindi Generali, e che passa attraverso Mps. Edizione ha il 2% di Mediobanca, ma nessuna decisione è presa. Ora la partita per la ricorferma del ceo Philippe Donnet è in mano al voto dei fondi
24 aprile 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
24 aprile 2025
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