
La Prosecco Doc Imoco Conegliano è sul tetto d’Italia per la settima volta consecutiva, l’ottava in assoluto. La squadra delle invincibili batte la Numia Vero Volley Milano anche in gara 3 (nella bolgia del Palaverde di Treviso finisce 3-0: 25-22, 25-20, 25-21) e continua inesorabile quella marcia cominciata nel 2019. Era il 3 febbraio di sei anni fa quando Novara (allora allenata dal vice di Julio Velasco in Nazionale Massimo Barbolini e con Francesca Piccinini e Paola Egonu in campo) vinse la Coppa Italia in finale proprio contro le pantere di Daniele Santarelli. Da quel momento in poi Conegliano ha vinto tutti i trofei nazionali disputati – 18 di fila (sei scudetti, sei Coppe Italia e sei Supercoppe) – mostrando ogni volta uno strapotere che sfianca le avversarie nella testa, ancor prima che sul campo: le 51 vittorie su 52 partite in questa stagione sono lì a testimoniarlo.
Milano, che più spesso ha provato a interrompere questa egemonia negli ultimi anni, si è piegata ancora: ha incassato la quindicesima sconfitta di fila e ha rimandato di dieci giorni il tentativo di detronizzare le venete. Sabato 3 maggio alla Ulker Sports Hall di Istanbul (che dall’anno prossimo sarà la casa di Alessia Orro, pronta a vestire la maglia del Fenerbahce) le due squadre si fronteggeranno ancora in semifinale di Champions League.
Quello di Conegliano è l’ecosistema perfetto, in cui ogni ingranaggio lavora alla perfezione assieme a tutti gli altri. A cominciare dalla squadra più forte del mondo. Le campionesse vogliono giocare a Conegliano: Gabi, per esempio. È la più forte del mondo, ha vinto tutto al Vakifbank Istanbul (il Real Madrid della pallavolo), ma ha voluto trasferirsi in Italia. E poi la polacca Asia Wolosz, la palleggiatrice più forte del pianeta, da anni capitana e pilastro della formazione di Daniele Santarelli.
E ancora Bella Haak, opposta letale svedese che non ha fatto rimpiangere Paola Egonu quando ha preso il suo posto in Veneto. È diventata una delle più forti del pianeta nel suo ruolo, nonostante non abbia una nazionale all’altezza in cui brillare anche in estate. E Monica De Gennaro, il libero che tutti invidiano alla nostra Nazionale e che, anche a 38 anni e 500 partite oggi con la maglia di Conegliano, con poche parole e tanta sostanza, non smette di incantare per le qualità tecniche e di leadership con cui trascina la squadra. Ma anche Sarah Fahr che, tornata a giocare dopo la doppia rottura del legamento crociato che le aveva fatto pensare di smettere, è diventata dominante al centro sia per l’Imoco che per la Nazionale di Velasco.
Ma Conegliano ha insegnato a tutto il mondo del volley che si può rinnovare ogni anno la formazione senza intaccare il dna vincente, trasmesso da giocatrici come Wolosz e De Gennaro. Quest’anno, per esempio, oltre alla brasiliana Gabi, sono arrivate Zhu Ting, la schiacciatrice cinese reduce da due stagioni non brillanti a Scandicci e da un periodo di depressione, ma anche Cristina Chirichella, ex capitana della Nazionale che l’anno scorso aveva sofferto tanti infortuni e che da anni non si vedeva a questi livelli. «Quando c’è stata la possibilità di prendere Cristina – raccontò Santarelli dopo la Supercoppa vinta a Roma a settembre – non avevo dubbi che sarebbe tornata a questi livelli». Ha vinto l’ennesima scommessa e la centrale napoletana ha tolto il posto alla più giovane Marina Lubian, una delle quattordici campionesse olimpiche, e si è candidata per tornare a vestire la maglia azzurra in vista di una estate che vedrà l’Italia impegnata in Thailandia per il Mondiale.
Ma Conegliano non è solo la squadra che va in campo: Conegliano è il suo allenatore Daniele Santarelli (che Velasco l’anno scorso definì «il migliore»), uno che come Re Mida trasforma in oro tutto ciò che tocca. Uno che arriva arrabbiatissimo in zona mista dopo un trofeo vinto (la Supercoppa italiana contro Milano) perché la sua squadra non aveva giocato come avrebbe voluto. Un condottiero che ormai da dieci stagioni siede su quella panchina (le prime due da vice di Davide Mazzanti), che ha vinto tutti i 28 trofei sollevati dal club (ci sono anche due Champions League e tre Mondiali per club) come la moglie Moki De Gennaro e che non si immagina lontano da quella panchina. Un allenatore che fa dell’auto-esigenza un mantra e che ha vinto anche il Mondiale alla guida della Serbia e l’Europeo con la Turchia.
E poi la società, a cominciare dai presidenti Pietro Maschio e Piero Garbellotto che rilevarono il titolo nel 2012 dopo il fallimento della Spes Conegliano e che da allora hanno costruito un tessuto di imprenditori a sostegno del club da fare invidia a tutto il panorama italiano e internazionale.
Oltre 300 sponsor del territorio che sostengono la società e che le danno la possibilità di ingaggiare le giocatrici più forti al mondo. Ma senza spendere follie. Perché Conegliano investe grossomodo quanto Milano e Scandicci – siamo nell’ordine degli 8 milioni di euro a stagione – ma non lascia nulla alle avversarie. E, con una struttura societaria capace di far funzionare il club come un orologio, riesce a mettere le sue giocatrici nelle condizioni migliori per esprimersi. Trascinate dal pubblico più numeroso d’Europa. Provare ad acquistare un biglietto al Palaverde per credere.
22 aprile 2025 ( modifica il 22 aprile 2025 | 22:08)
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