
Fra i membri delle «Gangs of Milano» (la serie Sky original in otto episodi, disponibili su Sky e Now) ci sono due boys of Bergamo. Ragazzi di provincia e di talento che, tra Roma e Londra, coltivano il sogno (realizzato) di fare gli attori.
Sono Alessandro Piavani e Tommaso Donadoni, in rispettoso ordine anagrafico — il primo ha 31 anni, il secondo dieci di meno — e di militanza. Piavani interpreta nuovamente Ludo, rampollo dell’altissima borghesia milanese per cui soffre di vertigini. Donadoni è una new entry della seconda stagione, nel ruolo di Giacomo, infelice figlio di papà. Per entrambi, tormenti esistenziali e cocaina a colazione.
I vostri in «Gangs of Milano» sono personaggi sfumati, per lo spettatore difficili da inquadrare. Lo sono anche da interpretare?
Alessandro Piavani: «Il mio Ludo porta dentro un grave dolore e un senso di colpa, che lo spingono a cercare di farsi giustizia da sé. La principale sfida nel tornare a interpretarlo era riuscire a trovarne i giusti colori».
Tommaso Donadoni: «Giacomo è un bel casino, porta sempre una maschera. Da un punto di vista attoriale è complicato mettere una maschera a chi già la possiede. È stato affascinante approcciarmi a un personaggio del genere. Rappresenta un estremo, ma ha molto a che fare con tanti ragazzi dei giorni nostri».
Nella serie avete scene in comune, che hanno richiesto particolare confidenza e intimità. Come è stato il vostro rapporto sul set?
A.P.: «Lavorare con Tommi è stato bellissimo. Ha l’attenzione, la fame, la voglia di stare in ascolto insieme ai colleghi. Non è così scontato, specie negli attori più giovani. Si è subito creata un’intesa. Forse perché siamo tutti e due bergamaschi (ride ndr)».
T.D.: «Con Ale, il rapporto non ha richiesto sforzi. È una persona piacevolissima e un attore molto bravo. Lavorando insieme, abbiamo raggiunto ciò che cercavamo dai rispettivi ruoli».
Per scelte di vita e di professione, abitate in due metropoli. Alessandro, come si trova a Londra?
A.P.: «In Inghilterra, mi sembra di avere trovato il mio posto. Londra è una città costosa ma offre un sacco di opportunità, pure a livello culturale. Ho scoperto un cinemino che programma retrospettive, il Close-Up. Mi piace vedere i vecchi film. Come è possibile che chi vuole fare cinema non sia anche un assiduo spettatore? Se qualcuno ci riesce, forse allora è molto più bravo di me».
Tommaso, lei a Roma sta girando la terza stagione della fiction Rai «Un professore» con Alessandro Gassmann.
T.D.: «Per me è stata una sorpresa e un onore. Uso questo termine non a caso, giusto per usare un parolone, ma perché tengo molto al mio personaggio. Thomas di “Un professore” è diverso sia da Giacomo di “Gangs of Milano” sia da Pietro, che interpreto in “Che Dio ci aiuti 8” (un successo di Rai 1, in onda il giovedì ndr)».
Tante esperienze, sin da giovanissimi. Ma casa dov’è?
A.P.: «Sono partito a diciannove anni per Roma, prima di trasferirmi a Londra. Stando lontano ho scoperto il piacere di tornare a Romano, dove abitano i miei. Nel tempo ho sviluppato un attaccamento alle origini che non credevo di avere. Ho anche iniziato a leggere storie sulla tradizione e il folclore bergamasco».
T.D.: «La mia città resta Bergamo, mi piacerebbe tornare a viverci. L’ho lasciata ad appena sedici anni per Milano, di cui ho un ricordo bello ma non spensierato. In questo momento, però, è giusto che io stia a Roma. Mi affascina e mi permette di fare questo mestiere».
Dove sia per voi casa, è chiaro. Lì chi vi aspetta?
A.P.: «Per Pasqua, la famiglia mi reclama a Romano. Sono l’ultimo di quattro figli e zio di cinque nipoti. Uno si chiama Alessandro. Non in mio onore però, malgrado provi a farglielo credere (ride ndr), ma per Alex Del Piero».
T.D.: «I miei genitori, i miei nonni, gli amici. E la mia sorellina, Benedetta. Mi sono un po’ perso i suoi momenti di crescita. L’ho lasciata che era una cucciola, la ritrovo 15enne a fare discorsi da grande».
Vai a tutte le notizie di Bergamo
<!–
Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.–>
Iscriviti alla newsletter di Corriere Bergamo
21 aprile 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA