
«Sul Vanoi ormai non c’è storia. Si sono espressi tutti, i tecnici della Regione in primis, poi, legittimamente, il consorzio Brenta farà le sue valutazioni». Alex Vantini, nuovo presidente di Anbi Veneto, eletto per acclamazione dai presidenti dei consorzi veneti (non c’era il presidente del consorzio Brenta, Enzo Sonza), va giù piatto: «Nessuno è contro i grandi invasi ma si deve tener conto anche delle diverse sensibilità». Una posizione, questa, che dal Trentino accolgono con soddisfazione, viste le proteste espresse dai tanti comitati del Vanoi, ma vista anche la contrarietà messa più volte nero su bianco dalla stessa Provincia. Imprenditore agricolo veronese, 34 anni, e già una consolidata esperienza da presidente del consorzio di bonifica Veronese, è anche vicepresidente di Coldiretti Veneto e presidente di Coldiretti Verona.
Presidente, i consorzi sono passati da oscuri enti poco noti appannaggio, di fatto, del mondo agricolo, a soggetti su cui la politica si accapiglia ma su cui anche cittadini e ambientalisti ormai sono pienamente coinvolti, che ne pensa?
«Sono convinto che questo maggiore coinvolgimento possa essere un bene. Oggettivamente c’è stato un interesse generale sui consorzi che a lungo sono stati chiusi ma che ora abbiamo cercato di aprirci per raccontare ciò che facciamo sul territorio. E l’interesse dei cittadini è senz’altro positivo».
Anche della politica?
«In alcuni movimenti legati alla politica vedo comunque la volontà di fare del bene per il proprio territorio. Una maggiore consapevolezza resta un elemento positivo, ferma restando la volontà di continuare a collaborare anche con il mondo agricolo per generare valore sul territorio mantenere la sicurezza».
Il consorzio Brenta però ora va verso il commissariamento…
«In passato ci sono stati commissariamenti in altri consorzi. E sul Brenta c’è ancora qualche giorno di tempo. Vedremo come andrà ma come Anbi Veneto non ci mettiamo bocca perché spetta agli eletti decidere. Chiaramente è auspicabile si individui il prima possibile la figura del presidente perché a rimetterci sarebbe il territorio».
E resta la questione del Vanoi…
«Ripeto, si sono già esposti tutti, inclusi i tecnici. A questo punto non ci sono tante alternative. Sul Vanoi non c’è storia».
Ci si potrà concentrare su azioni alternative?
«Certo, penso allo sghiaiamento dei bacini esistenti, ai micro bacini che possono diventare anche un’opportunità per il turismo oltre che per una più efficiente gestione della risorsa idrica. Sono tutte azioni più capillari ma, attenzione, non diciamo no ai grandi invasi ma si deve valutare anche la sensibilità sui territori».
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19 aprile 2025
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