ROMA Due linee di pensiero diverse, che nemmeno un incontro a quattr’occhi, con la mediazione della premier Giorgia Meloni, in un confronto molto deciso, è riuscito a far collimare fino in fondo. Forza Italia mantiene formalmente le sue riserve sull’esercizio dei poteri speciali del governo, attraverso il ministero dell’Economia, che ha imposto delle condizioni all’offerta pubblica di Unicredit su Bpm. Dopo un incontro con Meloni e il titolare dei conti pubblici Giancarlo Giorgetti, prima del Consiglio dei ministri del pomeriggio di ieri, il vicepremier e segretario di Forza Italia Antonio Tajani ha dato via libera al golden power che condiziona l’Opa Unicredit, ma a sua volta ha posto dei paletti.
Il nodo della Russia
Uno tecnico, recepito nel compromesso finale raggiunto dal Consiglio dei ministri ieri sera, un altro, più rilevante, politico. Sul piano operativo Forza Italia ha chiesto, e avrebbe ottenuto, di concedere maggiore tempo a Unicredit per smobilitare le attività in Russia. La condizione di Giorgetti per dare via libera all’offerta su Bpm era la cessione immediata delle attività in Russia. Tajani ha chiesto e avrebbe ottenuto, secondo fonti di Forza Italia, che la banca guidata da Andrea Orcel abbia almeno nove mesi di tempo per uscire dal mercato russo. Dunque in modo più ordinato anche se già negli ultimi due anni, dopo la guerra in Ucraina e le sanzioni internazionali, Unicredit ha ridotto moltissimo la sua attività di raccolta e di prestito su quel mercato.
Il problema politico
Al di là di questo passaggio tecnico, pur senza bloccare il provvedimento, Tajani ha posto un problema politico non irrilevante. «Forza Italia è a favore del libero mercato e contro il dirigismo» ha detto il vicepremier, riferiscono i suoi, nel corso del confronto con la presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia. Ed ha preteso che a verbale della decisone assunta ieri dal governo fosse comunque evidenziata una riserva della delegazione di Forza Italia nell’esecutivo. «I poteri speciali, il golden power, entrano in gioco quando ci sono interessi strategici nazionali da difendere, che qui non sono evidenti», spiegano fonti del partito.
La mediazione di Meloni
Il provvedimento viene dunque approvato, ma sulla politica del governo riguardo le banche, di fatto, c’è una nuova secca presa di distanza di Forza Italia. Lo stesso era accaduto con la tassa sugli extraprofitti degli istituti di credito di due anni fa, poi rientrata proprio per le pressioni di FI. La paternità della tassa extra sugli utili delle banche, allora, la prese direttamente Giorgia Meloni, cogliendo un po’ in contropiede anche l’Economia. Questa volta l’iniziativa parte da via XX settembre, ma ha trovato il consenso sostanziale di Palazzo Chigi, anche se Meloni nel pomeriggio di ieri avrebbe provato a tentare una mediazione. Agli atti resta, comunque, la «riserva formale sulla base giuridica» di Forza Italia.
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18 aprile 2025
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