Nel nostro modo di comunicare c’è il mondo che cresce ed evolve

di SEVERINO COLOMBO La collana dedicata alla lingua italiana realizzata con la Scuola Holden: le origini, le istruzioni per l’uso, perché parliamo, perché scriviamo... In edicola la prima di quaranta uscite che esplorano un elemento centrale del vivere umano

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«La nostra lingua non è soltanto la somma delle parole che pronunciamo ogni giorno, ma è anche il riflesso del mondo che cresce ed evolve»: nasce su queste premesse Italiano. Istruzioni per l’uso della nostra lingua, la nuova collana a cura della Scuola Holden in edicola da martedì 31 dicembre con il «Corriere della Sera». Un corso e insieme un percorso, ideato e scritto appositamente per i nostri lettori come un cammino per crescere. Al centro ci sono lo studio e l’approfondimento della nostra lingua, ovvero il modo in cui il linguaggio cambia, evolve, invecchia, talvolta muore, sempre rinasce. Tappe di un viaggio, si legge in apertura al volume che apre oggi la serie, Perché parliamo, in cui «le regole smettono di essere regole e diventano chiavi» per guardare al passato, capire il presente e immaginare il futuro.

La Scuola Holden — fondata da Alessandro Baricco, riconosciuta a livello universitario, che nel 2024 ha festeggiato i trent’anni — qui mette a frutto la sua esperienza sia nella scelta dei contenuti, con riferimenti al mondo di oggi, che nella forma, puntuale e chiara. Il primo volume porta il lettore dentro l’affascinante questione dell’origine del linguaggio, tema che ha visto nei secoli, per farla breve, due fazioni: da una parte chi riteneva il linguaggio un aspetto esclusivo e caratterizzante dell’essere umano; e dall’altra quelli che riconoscevano anche ad altri animali la facoltà di «parlarsi». E se è vero che la storia ha dato ragione ai secondi — il linguaggio è «una caratteristica di molte specie viventi» —, è altrettanto provato che quello umano ha caratteristiche che lo rendono unico, speciale. Come a esempio la complessità. Per dirla con una frase usata da don Lorenzo Milani per parlare ai «suoi ragazzi»: «Il padrone sa 1.000 parole, tu ne sai 100. Ecco perché lui è il padrone».

A marcare la differenza tra animali e esseri umani è un elemento: la capacità di questi ultimi di sviluppare un linguaggio rappresentativo, quello che fa sì che se leggendo la parola rosso nel cervello si attivino specifiche aree del colore e che dicendo leopardo «visualizziamo» l’animale.

Altri capitoli esplorano: il motivo per cui parliamo; l’origine del linguaggio, se sia innato come pensa il linguista Noam Chomsky, o se sia acquisito e si sviluppi con l’esperienza del mondo, come pensava il pedagogista Jean Piaget; e le virtù dell’ascolto: «I bambini sono ascoltatori universali» poi crescendo disimparano sonorità.

Il metodo della Scuola Holden che i lettori del «Corriere» hanno già avuto modo di sperimentare in occasione della fortunata collana Lezioni di scrittura uscita tra 2023 e 2024, si caratterizza anche per un approccio pragmatico, prevede una parte attiva del lettore con proposte di attività pratiche ed esercizi.

Dalla parola detta a quella scritta: la scrittura, dall’alfabeto al testo digitale, è l’argomento del secondo volume della serie, Perché scriviamo (uscita il 7 gennaio), che va alla ricerca della forza della parola scritta: vale a dire la capacità delle storie e dei personaggi di finzione creati da scrittrici e scrittori di avere un impatto sulle vite di individui e società.

Il primo approccio esaminato è l’esplorazione del passaggio che da diverse forme di scrittura (cuneiforme, geroglifica, sillabica…) è approdato allo sviluppo e all’affermazione del sistema alfabetico, esito di un processo collettivo che ha portato da sistemi con centinaia, persino migliaia di simboli ad altri con poche decine di segni (grafemi) come il nostro.

Ma che cosa è la scrittura? «La lingua che usiamo ogni giorno — si legge in proposito nel volume — implica un gesto che collega in un unico circuito tre semplici ingredienti: un cervello che pensa e immagina; una mano che maneggia una penna e scrive; un supporto, come la carta, che viene impresso».

I tre fattori sono argomento di specifici approfondimenti del volume che portano: a comprendere come le ore passate a scuola da bambini a riscrivere dieci, venti, cinquanta volte una lettera era magari noioso ma anche funzionale a «sfruttare in maniera diversa alcune aree cerebrali nate per un altro scopo»; a scoprire che quando usiamo «l’organo degli organi», così Giordano Bruno chiama le mani, coordiniamo «alla perfezione 27 ossa, 19 muscoli, 3 nervi, 9 articolazioni, 16 legamenti, tendini, arterie, vene, vasi sanguigni». E, ancora, il terzo ingrediente della scrittura, il supporto, invita a fare i conti con i tempi in cui viviamo e a guardare alla carta, ma anche a quella sorta di «scrittura aumentata» che sono i programmi del computer e le App del telefono.

Con uno sguardo aperto sul futuro Italiano. Istruzioni per l’uso della nostra lingua vuole essere una sorta di «biografia» della nostra lingua e di chi la parla, perché «la lingua italiana siamo noi, ognuno di noi». Come ci comportiamo e ci comporteremo.

Ogni uscita in vendita a 6,90 euro – Teoria, ma anche attività pratiche ed esercizi

Italiano. Istruzioni per l’uso della nostra lingua, la nuova collana a cura della Scuola Holden ideata e scritta apposta per i lettori del «Corriere della Sera», è in edicola da martedì 31 dicembre con il quotidiano; ogni uscita è disponibile al prezzo di euro 6,90 oltre il quotidiano; la pubblicazione è con cadenza settimanale. I primi due volumi sono un ideale dittico che ci definisce come specie: Perché parliamo (in edicola martedì 31 dicembre) tratta del linguaggio e della parola. Il secondo titolo, Perché scriviamo (uscita il 7 gennaio) ragiona intorno all’alfabeto e alle pratiche dello scrivere. Il progetto della serie Italiano è a cura di Annalisa Ambrosio, Giulia Binando Melis e Alessandro Mari; i volumi sono affidati a docenti e collaboratori della scuola fondata e presieduta da Alessandro Baricco. La collana si articola in quaranta uscite con titoli che approfondiscono forme, elementi e modalità del linguaggio (i verbi, la sintassi, i sinonimi, i dialetti, la «lingua» dello sport, quella della geografia…). La serie prevede, come il metodo di Scuola Holden, un ruolo attivo da parte del lettore: ogni capitolo si conclude con alcune proposte di attività, altri esercizi sono poi raccolti in fondo al volume dove è presente anche una bibliografia. Scrivere, leggere o fare esercizi per consolidare le conoscenze acquisite. Qualche esempio? Osservare il comportamento di un animale e provare a comprenderne il linguaggio; ascoltare una canzone in una lingua non conosciuta e provare a trascriverne alcune parti; descrivere il gusto e le sensazioni di un cibo…

30 dicembre 2024 (modifica il 30 dicembre 2024 | 20:29)

30 dicembre 2024 (modifica il 30 dicembre 2024 | 20:29)