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«Emblème incarna il nostro approccio ecosistemico e la portata della nostra ambizione di costruire un futuro sostenibile grazie all’innovazione tecnologica. È la prova che l’auto è sempre la forza motrice del progresso, un’equazione che deve tener conto anche dell’emozione. Incarna il futuro linguaggio stilistico della marca Renault, quella che chiamiamo “La Nouvelle Vague”. In media, le auto termiche hanno un’impronta di 50 tonnellate; per Embleme, le tonnellate sono 5 dalla culla alla tomba. Un capolavoro.» Luca de Meo, Ceo del Gruppo Renault e di Ampere non nasconde la soddisfazione (e l’ambizione) per la demo-car protagonista dell’Ampère Day nella sede di Douai, nel Nord della Francia. Con una diminuzione del 70% della carbon footprint di tutti i componenti, il 50% di materiali riciclati e la quasi totalità delle materie utilizzate riciclabili a fine vita, Emblème vuole dimostrare che Ampere è all’avanguardia dell’innovazione per coinvolgere tutto l’ecosistema nel processo di decarbonizzazione dei veicoli.
«Vedo la luce in fondo al tunnel»
Emblème come emblema di una rotta sulla transizione che il manager italiano continua a definire molto impegnativa ma da cui non si può tornare indietro. «Quando sono arrivato qui, nel 2020, si diceva che il Gruppo fosse finito. Ora dico che vedo la luce in fondo al tunnel perchè stiamo lavorando bene».In effetti, con l’ElectriCity di Ampere -il centro di produzione di veicoli elettrici – la Régie può contare su un intero ecosistema per produrre in modo competitivo i suoi veicoli elettrici: Megane E-Tech Electric, Scenic E-Tech Electric, Renault 5 E-Tech Electric e Renault 4 E-Tech Electric. «Abbiamo creato Ampere per offrire tecnologie per raggiungere i leader in tempi record. I principali progressi compiuti in un solo anno dimostrano che questa è decisamente la risposta più valida dell’industria automotive europea ai nuovi competitor provenienti da Oriente ed Occidente. Stiamo facendo la differenza e il nostro obiettivo è diventare leader nel Continente, ma non solo » continua de Meo.
Anche la nuova Nissan Micra a Douai
Un esempio importante: i tempi di produzione per realizzare Renault 5 sono inferiori a 10 ore. «Abbiamo messo a punto una struttura di costi che ci consente di competere efficacemente sull’elettrico e anche sul termico e, soprattutto di essere veloci. Ad esempio abbiamo sviluppato la Twingo in meno di due anni, così da lanciarla nel 2026 a un prezzo inferiore a 20mila euro. Nel contesto attuale la velocità è un vantaggio, questo ci agevola. E nelle piccole auto non dobbiamo temere i costruttori cinesi: siamo più bravi» sottolinea il Ceo del Gruppo. Da qui le ‘commesse’ che stanno arrivando dai marchi di famiglia: dopo una prima collaborazione tecnologica per realizzare la nuova Micra (attesa per il 2026), Nissan ha chiesto ad Ampere di studiare lo sviluppo del suo prossimo veicolo elettrico per il segmento A. E Mitsubishi attende un C-Suv elettrico sviluppato sulla piattaforma AmpR Medium. Senza dimenticare che Alpine si serve delle linee di Douai per la A390 e la A290.
Il costo dell’energia
L’insieme dei progressi compiuti nell’ultimo anno consente ad Ampere di essere perfettamente in linea con il suo progetto di riduzione dei costi del 40% tra la prima e la seconda generazione di veicoli elettrici del segmento C, che ha come traguardo il 2028. «Siamo pronti a rispondere all’aumento previsto sul mercato dei veicoli elettrici: circa il 25% all’anno da qui al 2030, che trainerà la crescita del settore automotive» promette de Meo. A differenza delle vicende italiane dove appare evidente la mancata comunicazione fra Stellantis e il Governo, con prospettive molto complicate per il 2025, il Gruppo Renault può contare su una situazione bel più favorevole, a partire dalla disponibilità di energia a basso prezzo e ‘pulita’. «Si parla sempre dell’incidenza del costo del lavoro sul prezzo di un’auto ma oggi la sfida principale è sul costo dell’energia necessaria per produrla e di come gestire la costruzione, utilizzando meno elementi possibili. E in questo noi siamo in vantaggio sugli altri perchè lavoriamo in Francia» spiega de Meo.
Ci vuole sempre l’emozione
Due i plus che renderanno ulteriormente competitiva la produzione a ElectriCity: il primo Software Defined Vehicle europeo con FlexEVan nel 2026, che permette di ridurre i costi mantenendo la proprietà intellettuale delle attività core («Un approccio fondamentale per il software, con Google e Qualcomm, ma anche per le batterie, con quattro partner con sede in Europa, e l’elettronica di potenza») e la realizzazione in serie di batterie prive di cobalto, nel 2028, che vantano la densità energetica delle attuali NCM (Nichel, Manganese, Cobalto), ma anche il costo e la sicurezza delle LFP (Litio, Ferro, Fosfato), con la ricarica di meno di 15 minuti. «Le nuove tecnologie consentono di democratizzare l’auto elettrica a patto che sia centrata sull’essere umano e dialoghi costantemente con il guidatore e i passeggeri. Ci vuole l’emozione, sempre e comunque nel possedere un veicolo» è la conclusione del Ceo italiano.
30 ottobre 2024 (modifica il 30 ottobre 2024 | 18:34)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
30 ottobre 2024 (modifica il 30 ottobre 2024 | 18:34)
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