Una festa tra barocco e jazz

Compie 25 anni la stagione autunnale dei Virtuosi Italiani, archi di contaminazione, celebrati con quattordici concerti di vari generi e ricchi di ospiti Quattordici concerti, dal 18 gennaio quando Louis Lortie è stato pianista e direttore nei mozartiani concerti K 466 e 488, al 15 dicembre col violinista Teofil Milenkovic impegnato nei virtuosismi di Chausson e De Sarasate; ed ora, i sei appuntamenti del calendario autunnale 2024 attendono i Virtuosi Italiani nel Teatro Ristori di Verona, la sede principale cui si affianca la ex chiesa di San Pietro in Monastero. La locandina, che festeggia la 25ª edizione e i 35 anni di vita dell’orchestra, ha tre elementi in comune, come illustra il direttore musicale Alberto Martini: «I grandi musicisti, da Mario Brunello a Julian Rachlin; il repertorio con cui è nata questa orchestra, il barocco: perché Venezia e il Veneto sono stati una culla fondamentale per questo periodo e, in seno ad esso, per strumenti come il violino; le sperimentazioni: sia attraverso generi musicali desueti per un’orchestra classica, penso ad esempio all’ormai lungo legame con jazzisti come Uri Caine e Paolo Fresu, sia incontrando personaggi esterni al mondo della musica, come Tiziano Scarpa, Premio Strega nel 2009, che a Pasqua ha raccontato il suo romanzo «Stabat Mater» sulle note di Vivaldi. Tre elementi che si intrecciano e influenzano reciprocamente, perché spesso i grandi musicisti vengono da noi proprio per sperimentare, per realizzare qualcosa di diverso dal solito». Emblematiche le presenze, nel primo dei sei concerti autunnali, della cantante Silvia Viscardini e del sassofonista Federico Mondelci, che assicurano una serata proteiforme, dove ritmi jazz e atmosfere musical si mescoleranno con linguaggi più tipicamente cinematografici. Un felice contrasto col classicissimo Mozart che rintoccherà grazie a Julian Rachlin, uno dei più acclamati violinisti d’oggi, che duetterà con la moglie e violista Sarah McElravy nella meravigliosa Sinfonia Concertante K 364. C’è una «Musica notturna», ma non piccola e non di Mozart, bensì di Meyer, ad aprire il programma diretto da Oleg Caetani, primo a firmare l’integrale sinfonico di Shostakovich con un’orchestra italiana e a Verona impegnato nel Concerto per pianoforte, tromba e archi del russo, solista alla tastiera Maya Oganian. Altro solista (qui al violoncello) e direttore sarà Mario Brunello, impegnato nella trascrizione per violoncello e archi della schubertiana Sonata «Arpeggione» e nel Concertino di Weinberg, di cui farà riscoprire anche la Sinfonietta n. 2. In San Pietro spazio al barocco col flauto dolce di Lucie Horsch. «È una chiesa sconsacrata, dalla capienza più piccola del Ristori, ideale per progetti cameristici o barocchi» rimarca Martini, «ma a noi piace unire spesso generi lontani nella stessa serata. Ad esempio, inserendo un Concerto Grosso di Corelli o Geminiani accanto alla tromba di Fresu o al pianoforte di Caine; c’è chi viene per questi due grandi jazzisti, e scopre quanto sia bello anche il primo Settecento, e torna ad ascoltare serate interamente barocche. L’idea delle commistioni si è profilata dopo il Covid, quando c’era da ricreare un pubblico; e guardandolo ora, con tanti giovani, è evidente come unire personalità diverse porti nuovi spettatori e generi circoli virtuosi». Virtuosi come gli «italiani» con cui si chiama l’orchestra: «Tutto nacque dall’orchestra del Teatro di Carpi che 35 anni fa iniziò ad avere un’attività autonoma; cercavamo un nome che colpisse: “Virtuosi” poteva essere anche uno stimolo per noi, per spingerci ad una altissima qualità. Come è stato quest’anno con Caine e con uno dei più grandi trombettisti di tutti i tempi, Sergej Nakariakov». LA SQUADRA I Virtuosi Italiani è un’orchestra d’archi nata 35 anni fa che si esibisce a Verona. Quest’anno festeggia anche la 25esima stagione. Nel programma del 2025, tra l’altro, incroci con la letteratura, come per il romanzo Stabat Mater di Tiziano Scarpa sulle note di Vivaldi I LUOGHI Il Teatro Ristori di Verona è stato inaugurato nel 1837 e dal 1856 prende l’attuale nome in onore della grande attrice tragica Adelaide Ristori, vera star dell’800. È stato riaperto nel 2011 dopo un lungo restauro San Pietro in Monastero è una chiesa sconsacrata, sorta su un tempio dedicato a Vesta. La struttura attuale è settecentesca, ideale per progetti cameristici o barocchi Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati. 2 ottobre 2024 (modifica il 2 ottobre 2024 | 17:16) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Quattordici concerti, dal 18 gennaio quando Louis Lortie è stato pianista e direttore nei mozartiani concerti K 466 e 488, al 15 dicembre col violinista Teofil Milenkovic impegnato nei virtuosismi di Chausson e De Sarasate; ed ora, i sei appuntamenti del calendario autunnale 2024 attendono i Virtuosi Italiani nel Teatro Ristori di Verona, la sede principale cui si affianca la ex chiesa di San Pietro in Monastero. La locandina, che festeggia la 25ª edizione e i 35 anni di vita dell’orchestra, ha tre elementi in comune, come illustra il direttore musicale Alberto Martini: «I grandi musicisti, da Mario Brunello a Julian Rachlin; il repertorio con cui è nata questa orchestra, il barocco: perché Venezia e il Veneto sono stati una culla fondamentale per questo periodo e, in seno ad esso, per strumenti come il violino; le sperimentazioni: sia attraverso generi musicali desueti per un’orchestra classica, penso ad esempio all’ormai lungo legame con jazzisti come Uri Caine e Paolo Fresu, sia incontrando personaggi esterni al mondo della musica, come Tiziano Scarpa, Premio Strega nel 2009, che a Pasqua ha raccontato il suo romanzo «Stabat Mater» sulle note di Vivaldi. Tre elementi che si intrecciano e influenzano reciprocamente, perché spesso i grandi musicisti vengono da noi proprio per sperimentare, per realizzare qualcosa di diverso dal solito». Emblematiche le presenze, nel primo dei sei concerti autunnali, della cantante Silvia Viscardini e del sassofonista Federico Mondelci, che assicurano una serata proteiforme, dove ritmi jazz e atmosfere musical si mescoleranno con linguaggi più tipicamente cinematografici. Un felice contrasto col classicissimo Mozart che rintoccherà grazie a Julian Rachlin, uno dei più acclamati violinisti d’oggi, che duetterà con la moglie e violista Sarah McElravy nella meravigliosa Sinfonia Concertante K 364. C’è una «Musica notturna», ma non piccola e non di Mozart, bensì di Meyer, ad aprire il programma diretto da Oleg Caetani, primo a firmare l’integrale sinfonico di Shostakovich con un’orchestra italiana e a Verona impegnato nel Concerto per pianoforte, tromba e archi del russo, solista alla tastiera Maya Oganian. Altro solista (qui al violoncello) e direttore sarà Mario Brunello, impegnato nella trascrizione per violoncello e archi della schubertiana Sonata «Arpeggione» e nel Concertino di Weinberg, di cui farà riscoprire anche la Sinfonietta n. 2. In San Pietro spazio al barocco col flauto dolce di Lucie Horsch. «È una chiesa sconsacrata, dalla capienza più piccola del Ristori, ideale per progetti cameristici o barocchi» rimarca Martini, «ma a noi piace unire spesso generi lontani nella stessa serata. Ad esempio, inserendo un Concerto Grosso di Corelli o Geminiani accanto alla tromba di Fresu o al pianoforte di Caine; c’è chi viene per questi due grandi jazzisti, e scopre quanto sia bello anche il primo Settecento, e torna ad ascoltare serate interamente barocche. L’idea delle commistioni si è profilata dopo il Covid, quando c’era da ricreare un pubblico; e guardandolo ora, con tanti giovani, è evidente come unire personalità diverse porti nuovi spettatori e generi circoli virtuosi». Virtuosi come gli «italiani» con cui si chiama l’orchestra: «Tutto nacque dall’orchestra del Teatro di Carpi che 35 anni fa iniziò ad avere un’attività autonoma; cercavamo un nome che colpisse: “Virtuosi” poteva essere anche uno stimolo per noi, per spingerci ad una altissima qualità. Come è stato quest’anno con Caine e con uno dei più grandi trombettisti di tutti i tempi, Sergej Nakariakov».

LA SQUADRA

I Virtuosi Italiani è un’orchestra d’archi nata 35 anni fa che si esibisce a Verona. Quest’anno festeggia anche la 25esima stagione. Nel programma del 2025, tra l’altro, incroci con la letteratura, come per il romanzo Stabat Mater di Tiziano Scarpa sulle note di Vivaldi

I LUOGHI

Il Teatro Ristori di Verona è stato inaugurato nel 1837 e dal 1856 prende l’attuale nome in onore della grande attrice tragica Adelaide Ristori, vera star dell’800. È stato riaperto nel 2011 dopo un lungo restauro

San Pietro in Monastero

è una chiesa sconsacrata, sorta su un tempio dedicato a Vesta. La struttura attuale è settecentesca, ideale per progetti cameristici o barocchi

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2 ottobre 2024 (modifica il 2 ottobre 2024 | 17:16)

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