
Il via libera, come aveva auspicato l’assessore Mario Tonina poco prima della votazione, è arrivato senza pareri contrari. Eppure sulla nascita della nuova Azienda sanitaria universitaria integrata del Trentino le riserve in Aula non si sono placate nemmeno durante l’ultimo giorno di discussione (in agenda venerdì). Alla fine, il voto ha confermato gli annunci: maggioranza a favore, minoranze compatte astenute. Per una riforma che, seguendo il cronoprogramma dettato dallo stesso Tonina, entrerà in vigore il primo gennaio. «E da quel momento l’impegno sarà ancora maggiore» ha precisato l’assessore. Con il governatore Maurizio Fugatti che ha rivendicato il percorso avviato nel 2020 con la facoltà di Medicina. Guardando avanti: «Questa riforma va vista nell’ambito del nuovo ospedale e nell’ottica di un miglioramento dei servizi sanitari».
La scuola di Medicina
In Aula, in ogni caso, le scintille non sono mancate nemmeno nella giornata conclusiva del dibattito, in particolare sulla scuola di Medicina e sul tema della partecipazione. «Le perplessità rimangono» ha detto Francesco Valduga (Campobase). «La partecipazione sulla programmazione sanitaria è passiva» ha aggiunto Filippo Degasperi (Onda). Mentre Paola Demagri (CasaAutonomia) ha richiamato Tonina: «Mi auguro che il disegno di legge possa camminare con gambe solide, visto che è frutto degli emendamenti delle minoranze». «L’apertura di Medicina — ha ribattuto per il centrodestra l’ex assessora Stefania Segnana (Lega) — è stata una scelta politica portata avanti insieme all’ex assessore Mirko Bisesti, nonostante le resistenze e i tanti “no”». «Quando si è partiti con Medicina — le ha fatto eco lo stesso Bisesti — c’era una carenza di medici. Anche se ci saranno studenti che se ne andranno, al termine del percorso di studi, ce ne saranno altri che rimarranno». Positivo anche il giudizio di Eleonora Angeli (Lista Fugatti), che ha ricordato: «La sanità trentina ha problemi, ma rimane un’eccellenza nazionale». Mentre Claudio Cia (Misto) ha posto al centro «il ruolo dei professionisti»: «Questo disegno di legge — ha concluso — non è una rivoluzione, ma una riforma che tenta di valorizzare ciò che si fatto nella scorsa legislatura».
L’astensione delle minoranze
A mantenere una posizione critica — durante e dopo il voto — è stato però soprattutto il Pd. Con Paolo Zanella che dopo essersi scontrato frontalmente con l’assessore (in particolare sul tema della partecipazione nel processi di formulazione del Piano provinciale della salute) ha rimesso in fila le motivazioni alla base dell’astensione del gruppo. «Non si è condivisa — ha chiarito il dem — la genesi della riforma e cioè l’aver portato l’Università di Medicina in Trentino e soprattutto l’averlo fatto sulla base dell’assunto “Scuola di medicina=più medici”, un assunto rudimentale e in parte fallace.
Pensionamenti
Gli studenti di medicina, infatti, concluderanno il loro percorso formativo quando, nel 2028, la gobba pensionistica sarà superata e il numero di specializzandi supererà il numero dei pensionati. Resteranno carenti alcune specialità poco attrattive, ma nel complesso vi sarà un esubero di medici che rischieranno solo di alimentare la sanità privata». Per superare il periodo critico in Trentino, secondo Zanella, sarebbe bastato quindi «censire le specialità carenti e aumentare le borse di studio provinciali vincolando i medici a restare sul nostro territorio per alcuni anni». Ma creata la facoltà, ha ribadito Zanella, «l’istituzione dell’Asuit era comunque necessaria: per questo ci siamo astenuti e non abbiamo votato contro». Sperando, ha aggiunto, «che la si renda un’opportunità e che nel medio-lungo termine possa contribuire all’attrattività della sanità trentina». Nell’immediato, però, «più che altro sarà una variabile complessa e di difficile gestione che si inserisce in un sistema già ampiamente sotto stress».
Il volontariato
Decisamente meno aspro il dibattito in Aula sul disegno di legge unificato sul volontariato, che aggiorna il quadro a trent’anni dall’ultima normativa (il provvedimento è l’unione dei testi presentati da Vanessa Masè de La Civica, Maria Bosin del Patt e Mariachiara Franzoia del Pd). «Un disegno di legge frutto di un lavoro corale» ha commentato Tonina. Dal consiglio provinciale, in questo caso, è arrivato un parere positivo unanime.
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1 dicembre 2025
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