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Sale Bingo, tutto da rifare: il Tar del Lazio annulla il decreto delle Dogane (che aveva triplicato le tariffe)

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Sale Bingo, il Tar del Lazio annulla il decreto dell’Adm che aveva prorogato le concessioni fino al 31 dicembre 2026 ma aumentando, anzi triplicando le tariffe per tutti. In pratica l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato aveva inferto un duro colpo ai proprietari passando da circa 33 mila euro l’anno a oltre 108 mila euro l’anno (da versare in due rate semestrali) l’importo dovuto per ogni singola concessione. Per i giudici amministrativi la proroga è illegittima ma soprattutto l’aumento del canone fisso e uguale per tutti, senza tenere conto dei singoli incassi non è ammissibile da un punto di vista giuridico. 

Un’indennità equa

La nuova indennità dovuta dagli esercenti allo Stato dovrà essere sempre definita dall’Adm ma dovrà essere equa, in attesa delle nuove gare per le nuove concessioni. Si legge infatti in sentenza: «Come ulteriormente chiarito dalla Corte di giustizia Europa, l’indennità non potrà essere determinata in modo rigido e forfetario, ossia prescindendo dai rispettivi fatturati degli esercenti, ma dovrà tenere conto, in una logica tesa al riequilibrio del rapporto, della valutazione bilanciata di tale utilità (misurata sulla base dei fatturati conseguiti) e, altresì, dei vantaggi attribuiti (assegnazione pluriennale dell’utilità senza l’alea di gara), così come dei sacrifici imposti all’operatore economico per beneficiare della proroga del rapporto (mancata possibilità di trasferimento dei locali)». 

Il Tar e la via da seguire

Insomma il Tar del Lazio pur annullando le disposizioni del gennaio scorso dell’agenzia delle dogane e dei monopoli, ha tracciato una via da seguire per rimanere in un ambito di correttezza procedurale e giuridica. Infatti sempre in sentenza viene charito dai giudici amministrativi: «A seguito dell’annullamento di tale atto, non è, comunque, possibile ritenere che il rapporto resti, per l’effetto, privo di regolazione». Il canone da versare fino al 31 dicembre 2026 va solo ridefinito, ovviamente. Nella speranza che nel frattempo vengano bandite le nuove gare ovviamente. 

La parola passa all’Adm

La contestazione dei concessionari, d’altra parte, e il ricorso al Tar del Lazio, riguardava sia il sistema della proroga tecnica in sé («ormai divenuta prassi consolidata nonostante il mancato avvio della nuova procedura di gara, sia pure con la copertura dell’intervento legislativo statale») sia la previsione legata all’entità del canone dovuto per il periodo di proroga, ritenuto arbitrario, eccessivamente oneroso e, comunque, iniquo nella misura in cui non parametrato in rapporto al reale fatturato dell’impresa. Istanze accolte in toto dal Tar del Lazio. La parola passa ora all’Adm per le nuove tariffe e soprattutto per le nuove gare.

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2 dicembre 2025

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