Roma imperiale o Comacini? 30 anni di viaggi «phygital»

di Caterina Ruggi d’Aragona L’azienda italiana esplora da trent’anni il mondo dell’editoria digitale. E una sua app presentata di Steve Jobs ha conquistato anche gli Usa

Questo post è stato originariamente pubblicato su questo sito

Un viaggio nella Roma imperiale. Indossando i visori di realtà aumentata è possibile sorvolare la città o entrare, ad esempio, nell’Aula Regia. Tutto questo a Paestum, durante la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico. Un’esperienza offerta a chiunque partecipa ai lavori da Carraro Lab, azienda italiana che da trent’anni esplora tutte le declinazioni della cultura digitale, dall’editoria multimediale alla formazione immersiva, al turismo. Un affare di famiglia. Dietro alla società che ha finora ottenuto 11 premi internazionali ci sono due fratelli gemelli, Gualtiero e Roberto Carraro, laureati rispettivamente in Filosofia teoretica e all’Accademia di Brera. «Debuttammo alla Biennale di Venezia 1986 come artisti informatici. Negli anni ’90 abbiamo curato circa 150 opere multimediali, tra cui l’Enciclopedia Omnia. Nel 2006 abbiamo realizzato la prima mappa immersiva al mondo: format reso poi noto come Google Street View. Nel 2011, la nostra Roma Virtual History, presentata da Steve Jobs, è entrata nella top ten delle app più vendute negli Usa», sintetizza Gualtiero Carraro. «Giovedì 31 nella Basilica di Paestum, con il convegno “Viaggiare nel tempo — Le Extended Destination tra presente reale e passato virtuale”, lanciamo una soluzione tecnologica innovativa basata su realtà virtuale e intelligenza artificiale, che crea un’esperienza di viaggio ibrida (“phygital”) in grado di promuovere e arricchire (non sostituire) il viaggio fisico all’interno di borghi, comuni, siti archeologici o musei», aggiunge.

La Borsa del Turismo archeologico è anche un’occasione per conoscere alcuni dei progetti già realizzati da Carraro Lab. Come «Virgilio nelle terre del G7», che attraverso l’«Ia generativa» ha ricreato in 3D il poeta, facendone una guida virtuale nell’antica Egnazia. «Per il convegno Unesco Unevoc a Como, abbiamo adottato – aggiunge Gualtiero Carraro – una soluzione di “Regenerative Art”, che addestra modelli di intelligenza artificiale a creare nuove immagini con l’iconografia del passato. Assieme agli studenti dello Iath Academy di Cernobbio abbiamo ripercorso gli stili dei Comacini, primi maestri delle Cattedrali, dalle miniature ai dipinti rinascimentali. Il risultato è un museo virtuale, accessibile online». Viaggio fisico ed esperienze virtuali interagiscono, trasformando le destinazioni turistiche in macchine del tempo e rendendole accessibili a chiunque, senza barriere spazio-temporali.

Nella foto, Brixia Time Machine, uno dei prodotti di Carraro Lab

Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.

25 ottobre 2024 (modifica il 25 ottobre 2024 | 16:45)

25 ottobre 2024 (modifica il 25 ottobre 2024 | 16:45)