Putin torna in Africa

Federico Rampini / CorriereTv

C’è una parte del mondo dove l’influenza della Russia non è affatto in declino ed è  l’Africa.  Due notizie recentissime, una sulle prime pagine dei giornali del Sudafrica e cioè lo scandalo che coinvolge la figlia dell’ex presidente Zuma, personaggio tuttora ingombrante della politica sudafricana. Dunque la figlia di Zuma è considerata come una specie di principessina della politica sudafricana. Ha un nuovo business, recluta giovani sudafricani con la promessa di addestrarli in Russia perché diventino guardie del corpo professionale.

Quando quelli arrivano in Russia vengono addestrati, sì, ma poi vengono mandati a combattere sul fronte ucraino, dove c’è un corpo di mercenari sudafricani. Un favore che il Sudafrica fa a Putin. E questa vicenda getta una luce sinistra sul ruolo geopolitico del Sudafrica, che ha sempre avuto buoni rapporti con la Russia, ma è stato anche all’avanguardia nel denunciare i crimini di Israele a Gaza e nel promuovere l’incriminazione di Netanyahu per genocidio davanti alla Corte internazionale.

Un’altra notizia è perfino più importante dal punto di vista strategico: la giunta militare, i dittatori militari che comandano in Sudan, offrono alla Russia un porto militare al Sudan. Sarebbe la prima volta che la Marina militare russa ha un affaccio in Africa, uno scalo in Africa e nientemeno che sul Mar Rosso. Un mare strategico, ce lo ricordiamo per tutto quello che è accaduto durante gli attacchi degli ultimi che hanno perturbato la navigazione commerciale, con conseguenze rilevanti anche per l’Europa.

Se quindi va a buon fine questa offerta dei militari del Sudan alla Russia, per Putin sarà un successo strategico importante. Con conseguenze di lungo periodo che lo riportano in una parte del mondo Medio Oriente dove aveva avuto di recente degli insuccessi e delle ritirate tra l’Iran e la Siria. Ma il Sudan, paese africano, paese musulmano, si affaccia su quel Mar Rosso che è strategico proprio per gli equilibri mediorientali.