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Si è aperta con il sole l’edizione 2024 di Lucca Comics & Games. Mercoledì 30 ottobre, la città toscana è stata travolta dalla «felice invasione» che si ripete da 58 anni: famiglie intere vestite come in fumetti e anime, Spider-Man a ogni angolo, personaggi usciti da «One Piece» (che qui festeggia i 25 anni dalla nascita del manga). A dare il via alle cinque giornate della manifestazione di fumetti, fantasy, giochi, videogiochi, serie tv, cinema è stata l’intitolazione del sotterraneo del baluardo San Paolino a Gary Gygax e Dave Arneson che 50 anni fa crearono il gioco di ruolo più famoso al mondo, Dungeons & Dragons.
Protagonisti assoluti dell’inaugurazione al Teatro del Giglio sono stati Yoshitaka Amano, Giacomo Puccini e i Pokémon, in un abbraccio tra Italia e Giappone. L’artista giapponese Amano (intervistato da Annachiara Sacchi nello speciale de «la Lettura» #674) ha svelato il terzo dei poster pucciniani che ha realizzato per LC&G: dopo Tosca e Madama Butterfly è arrivato quello ispirato a Turandot, che racchiude il dramma dell’opera incompiuta. È entrata così nel vivo l’edizione 2024 dal titolo The Butterfly Effect: omaggio al compositore lucchese a un secolo dalla morte e all’effetto farfalla che genera cambiamenti (positivi).
Sul palco con il direttore Emanuele Vietina, il sindaco di Lucca Mario Pardini, il presidente della provincia Marcello Pierucci, il presidente della regione Toscana Eugenio Giani e l’ambasciatore del Giappone Suzuki Satoshi, mentre il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha affidato i suoi saluti a un messaggio scritto. Durante la cerimonia è stato firmato un protocollo d’intesa che porta Lucca Comics & Games nel padiglione Italia dell’Expo 2025 di Osaka e fa di Amano l’ambasciatore. E i Pokémon? Nel Giorno della filatelia, Poste italiane ha svelato il primo di otto francobolli dedicati ai celebri protagonisti di videogame, carte collezionabili e serie animate capitanati dal giallo Pikachu. Tanti gli eventi, come la presentazione di «Manga Issho», nuova rivista di manga nata dalla collaborazione di quattro editori europei: altraverse, Kana, Planeta Cómic e l’italiana Star Comics.
Tra gli ospiti più attesi è già arrivato a Lucca R. L. Stine. Il padre dei «Piccoli Brividi» (in libreria con Mondadori ci sono tre nuove storie e una raccolta è in arrivo il 19 novembre) incontra il pubblico mercoledì 31 ottobre, il giorno di Halloween, alle 11 con Pierdomenico Baccalario. In Italia per la prima volta dagli anni Novanta, martedì 30 ha parlato di paure e ispirazioni: «Solo le tecnologie cambiano ogni minuto. I bambini hanno paura delle stesse cose che terrorizzavano me negli anni Cinquanta o i bambini che negli anni Novanta hanno iniziato a leggere i miei libri: il buio, l’ignoto…
Cosa rende spaventosi i suoi romanzi? «Al centro ci sono bambini speciali che hanno sempre a che fare con genitori inutili», scherza. Poi, più serio: «Il punto è che questi bambini soli devono affidarsi solo alla propria intelligenza per risolvere le situazioni in cui si ritrovano. Nei miei libri ogni cosa è raccontata in prima persona, ogni cosa che si sente e si prova è vista attraverso gli occhi del protagonista. che coincidono con gli occhi del lettore, e quindi lui o lei vive in prima persona quello che accade. È così che rendi le cose spaventose».
A Stine viene chiesto qual è il suo autore horror preferito. Ride e confessa: «Non leggo molti horror e, non ditelo a nessuno, ma non mi ritengo neppure un autore horror». L’autore che più ama è Ray Bradbury: «Prima di scoprirlo grazie a una bibliotecaria probabilmente ingaggiata da mia madre, leggevo solo fumetti. Con le sue storie sono diventato un lettore. Da scrittore lo incontrai. Non avevo il coraggio di avvicinarmi, ma poi gli dissi che era il mio eroe. Non mi aspettavo la risposta: “Anche lei è un eroe per molti lettori”». Una schiera foltissima che ha imparato, e continua a imparare, a leggere con i suoi libri: ne ha scritti 350 da 4 milioni di copie vendute. Tra i romanzi dei «Piccoli brividi» quello che ama di più è La maschera maledetta (1993): «La mia storia di Halloween più riuscita. L’unica ispirata a una fatti reali: una volta mio figlio indossò una maschera che non riusciva a togliere, si contorceva sul pavimento e io invece di aiutarlo pensavo al racconto».
Stine riflette anche sull’intreccio perfetto tra paura e risate nei suoi libri: «Le persone hanno le stesse reazioni istintive a humour e horror. Quando arrivi alle spalle di qualcuno e lo spaventi, prima hanno un sussulto e poi ridono. Oppure sulle montagne russe, senti urla di paura e risate insieme. Non ho mai voluto essere spaventoso, ho sempre voluto essere divertente. Avevo una rivista umoristica per bambini e lì scrivevo barzellette perfette. Poi quando ho iniziato a scrivere mi sono reso conto di quanto le due cose fossero connesse. In “Piccoli Brividi” tutte le volte che la storia sta diventando troppo spaventosa inserisco qualcosa di divertente. Perché non voglio terrorizzare i bambini. O almeno non voglio terrorizzarli troppo».
30 ottobre 2024 (modifica il 30 ottobre 2024 | 23:19)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
30 ottobre 2024 (modifica il 30 ottobre 2024 | 23:19)
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