Presenze record, più inclusività: il momento d’oro dei parchi archeologici

di Peppe Aquaro La Borsa mediterranea del turismo archeologico, a Paestum dal 31 ottobre, fotografa il successo economico e la svolta di immagine del settore

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E l’archeologia, con i suoi parchi e musei, scese dal piedistallo per incontrare i buyers. Cose che possono accadere quando si parla di BMTA, la «Borsa mediterranea del turismo archeologico» (https://www.borsaturismoarcheologico.it/), giunta alla 26esima edizione, in programma a Paestum (Salerno) dal 31 ottobre al 3 novembre prossimi. Per comprenderne l’importanza, basta un’altra bella notizia: domenica 6 ottobre, sono stati 34 mila i visitatori entrati al Parco archeologico di Pompei; 10 mila persone in più degli abitanti della stessa città campana. Poi ci sono i numeri del Colosseo: con più 12 milioni di persone che hanno pagato il biglietto d’ingresso, è stato il sito culturale più visto nel 2023 (per la cronaca, Pompei, lo scorso anno, si è «fermata» a 4 milioni di visitatori). C’è fame di parchi e musei archeologici, sui quali la polvere della destinazione solo per pochi eletti, è ormai stata spazzata via.

Un confronto vincente

«Parlando di affluenza, nel 2023 i musei statali hanno accolto quasi 58 milioni di visitatori, con una crescita di oltre il 5 per cento rispetto al 2019, l’anno pre-pandemico. Se consideriamo i parchi archeologici (Parco archeologico del Colosseo, Pompei, Ercolano, Paestum e Velia, Ostia antica, Campi Flegrei, Cerveteri e Tarquinia, Appia Antica, Sepino e Sibari) la crescita dei visitatori complessiva è del 36,5 per cento», afferma Massimo Osanna, direttore generale dei Musei del Ministero della Cultura, dicastero presente alla «Borsa” di Paestum con una cinquantina di incontri e 100 relatori, in uno spazio di 350 metri quadri all’interno dei 5.000 metri quadri dell’intera location espositiva.

L’altra faccia dell’archeologia

Una presenza magari «scontata» ma determinante: «La Direzione generale Musei ha nella sua mission la valorizzazione di Musei e Parchi archeologici e destina risorse importanti al finanziamento di progetti di ricerca e a interventi di manutenzione programmata per i quali la legge di bilancio 2023 ha previsto una spesa di 10 milioni annui per un triennio, al fine di garantire la migliore conservazione e valorizzazione di questo patrimonio tanto significativo quanto fragile», aggiunge Osanna, fornendo un assist perfetto per l’altra faccia della medaglia del patrimonio archeologico: «La Borsa mediterranea del turismo archeologico ha un significato economico: c’è il classico incontro tra domanda e offerta, con 20 buyers europei che si interfacciano con albergatori e agenti di viaggio», spiega Ugo Picarelli, direttore e fondatore dell’evento, che aggiunge: «Chiaramente, al tempo stesso la nostra fiera promuove il turismo culturale, l’obiettivo che sta a cuore alla Borsa di Paestum».

Location e sezioni

Gli incontri si svolgeranno, come è consuetudine ormai da due edizioni, al Next, un simbolo di archeologia (stavolta, industriale) risalente agli anni ’20 del secolo scorso, quando vi lavoravano 300 tabacchine e, in occasione dello sbarco a Paestum del 1943, sede del comando degli Alleati: il «simbolo della Piana del Sele» lo definì il critico d’arte e filosofo Gillo Dorfles. Il resto degli appuntamenti della Borsa (anche questi gratuiti), tra più di 100 incontri e oltre 600 relatori, saranno al Parco archeologico e al Museo nazionale di Paestum. Sono 16 le sezioni della Borsa, alcune delle quali assolutamente da non perdere: dalla mostra «ArcheoVirtual», con le tecnologie multimediali e virtuali più all’avanguardia attraverso applicazioni interattive, ai «Laboratori di Archeologia Sperimentale» (con la riproduzione delle tecniche usate dall’uomo per realizzare i manufatti di uso quotidiano; da «ArcheoIncoming» con i tour operator specialisti delle destinazioni turistico-archeologiche ad «ArcheoLavoro», orientamento post diploma e post laurea a cura delle Università; fino a «Workshop con i buyer esteri», realizzato in collaborazione con l’Ente nazionale dei turismo, è l’unico incontro al mondo tra domanda e offerta dedicato al turismo archeologico.

Ricordando Khaled al-Asaad

E poi c’è il resto del mondo: «Lo scorso anno erano ben venti i Paesi extraeuropei presenti in fiera e, dalla prima edizione, quella che ha bruciato sul filo di lana la proclamazione di Paestum a sito Unesco patrimonio dell’Umanità (è stato riconosciuto il 5 dicembre: praticamente pochi giorni dopo il debutto della Borsa mediterranea del turismo archeologico), avevamo deciso di nominare un Paese ospite ufficiale dell’evento», ricorda Picarelli, sottolineando una tradizione scomparsa. Ma non per sempre: «Il cambio di passo si è avuto dal 2015, dopo la strage di Palmira, con la morte dell’archeologo Khaled al-Asaad, che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale: era quindi doveroso intitolargli uno dei quattro premi della Borsa, realizzato in collaborazione con la rivista Archeo e le testate archeologiche di tutto il mondo, dedicato alle scoperte archeologiche».

I Paesi ospiti

Giordania, Libano, Marocco e Tunisia: sono questi i Paesi ospiti alla Bmta, la cui presenza è frutto della collaborazione stretta tra la Borsa di Paestum e l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics), partner ufficiale della BMTA con l’Automobile Club d’Italia. «Sostenere la cultura e la diversità delle espressioni culturali significa sostenere le identità e i valori delle comunità e delle società in generale», afferma Marco Riccardo Rusconi, direttore di Aics (a cui spetta il ruolo operativo della politica di cooperazione allo sviluppo definita dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), che aggiunge: «Siamo alla Borsa di Paestum per presentare le iniziative nell’ambito del patrimonio culturale, con un focus specifico sui Paesi del Mediterraneo, quali Tunisia, Marocco, Libano e Giordania». Rappresentando un vero e proprio volano di crescita economica, benessere e sviluppo per i Paesi destinatari, mediante la creazione di servizi turistici sostenibili e di qualità.

Trecento milioni per musei e biblioteche

A proposito di crescita e coinvolgimento dei visitatori dei parchi e musei archeologici, il virtuale è uno dei protagonisti della Borsa di Paestum: «ArcheoVirtual è la sezione dove verranno presentate le produzioni più significative nel panorama internazionale delle tecnologie digitali al servizio del patrimonio: il titolo di questa edizione è ‘DiversaMente’, un modo per portare l’attenzione sull’inclusività in tutte le sue forme», spiega il direttore e fondatore della Bmta. Una inclusività protagonista anche della linea 1.2. del Pnrr che ha destinato 300 milioni per migliorare i luoghi della cultura italiani e che la stessa Direzione dei Musei si è impegnata a coordinarne gli obiettivi: secondo la Direzione generale musei, ad oggi, il 63 per cento dei progetti ha già completato la fase di progettazione, il 58 per cento dei lavori è stato avviato, il 29% è già stato completato e il 27 anche collaudato.

Una nuova accessibilità

Anche il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (Peba), approvato nel 95 per cento degli istituti pubblici afferenti al MiC e che hanno ottenuto il finanziamento di 3,3 milioni di euro, rappresenta un passo fondamentale per il superamento non solo degli ostacoli fisici, ma anche di quelli sensoriali e culturali. Inoltre, sempre la Direzione Generale Musei ha destinato oltre 6,5 milioni di euro per un Piano della Comunicazione e un Piano della Formazione relativi ai temi dell’accessibilità culturale, cognitiva e sensoriale, della fruizione ampliata e dell’universal design. «Anche questo è un modo per disegnare e far conoscere i musei di domani secondo modelli che i visitatori sentano sempre più vicini. Soprattutto per i visitatori del futuro, i ragazzi: soltanto nella scorsa edizione della Bmta, su 8.000 presenze, 2.500 erano studenti: nel segno della destagionalizzazione della proposta culturale», conclude Picarelli.

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9 ottobre 2024 (modifica il 9 ottobre 2024 | 17:58)

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