
In ciascuno dei quattro cortometraggi finalisti al Premio Ermanno Olmi — che viene assegnato stasera — c’è qualcosa del Maestro, cui il riconoscimento è intitolato con massima stima e dedicato con altrettanto affetto. Tutti i lavori in lizza dimostrano una grande libertà, formale ed espressiva, senza l’ombra di pretattica e nemmeno di forzato omaggio. Ciò a dimostrazione di quanto il cinema di Ermanno Olmi sia universale, privo di barriere, per creatività e capacità di riflessione.
«El pütì pèrs» di Paolo Baiguera, ricorda le atmosfere silvestri e fiabesche di «Il segreto del bosco vecchio»; il cartoon «Two Ships» diretto da McKinley Benson riflette sull’amore e sul lavoro, come succede nel capolavoro «Il posto»; il documentario «Fühle(r)n/Alien Minds» di Florian Rudolph guarda a distanza ravvicinata le sorprese della natura, allo stesso modo di «Terra Madre»; l’altro doc «Voiceover» di Leonardo Ferro scopre, secondo prassi olmiana, un non attore che recita con talento, verità e capacità di immedesimazione.
I corti saranno proiettati durante la cerimonia di premiazione, nella Sala dell’Orologio di Palazzo della Libertà (oggi, 2 dicembre, alle 20.30, ingresso gratuito). A seguire, è proposto un lungometraggio fra i meno noti e meno visti della filmografia di Olmi: «La circostanza». Il film, del 1974, è un disturbante ritratto di famiglia. Anche Olmi, non soltanto Bernardo Bertolucci o Pier Paolo Pasolini o Luchino Visconti, ha saputo essere spietato e sagace nei confronti della borghesia.
Alla fase di selezione della settima edizione del Premio Ermanno Olmi, destinato a promuovere e valorizzare i cortometraggi di giovani registi under 30, hanno partecipato oltre cento opere provenienti da numerosi Paesi, europei e non. Dalla Francia alla Polonia, dal Cile alla Georgia, dal Belgio alla Spagna. I giurati di quest’anno sono la docente e critica cinematografica Chiara Borroni, i registi Luca Capponi e Adriana Ferrarese, Dario Catozzo di Lab 80 e Francesca Magliulo direttrice di Fondazione EOS.
Il Comune — con il supporto organizzativo di Bergamo Film Meeting Onlus e la collaborazione della Federazione Italiana Cineforum — promuove il Premio Olmi: «È un appuntamento di grande valore e una vetrina di riferimento per il cortometraggio — dice il vicesindaco e assessore alla Cultura Sergio Gandi —. Si tratta di un’occasione preziosa per valorizzare il talento di giovani filmmaker, che provengono da tutto il mondo».
Talento ce n’è. A cominciare dalla convincente rappresentanza tricolore. Gioca in casa «El pütì pèrs», che ambienta nei boschi della Fobba una dolorosa rivisitazione di «Pinocchio», su un ragazzino perduto (la traduzione del titolo, dal bresciano). A dispetto del nome è italiano anche «Voiceover», dove un detenuto in difficolta scopre il potere miracoloso del fare cinema. L’animazione di «Two Ships» è una coproduzione Portogallo-Stati Uniti, dal notevole impatto visivo. Lo svizzero-tedesco «Fühle(r)n/Alien Minds» ha un sincero animo ecologista, nel porsi domande sulle emozioni degli insetti. Non è un caso che il Premio sia inserito in Green Friendly Event, progetto europeo che coniuga ambiente e cultura. Questioni sempre care al grande autore bergamasco, scomparso nel 2018 e sempre d’esempio e ispirazione, anche per i cineasti di domani. Il «suo» Premio lo ribadisce ogni anno.
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2 dicembre 2025
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