Il Nobel per la Letteratura 2024 a Han Kang

di Redazione Cultura Il Premio assegnato dall’Accademia svedese alla scrittrice sudcoreana

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Il Nobel per la Letteratura 2024 va alla scrittrice sudcoreana Han Kang «per la sua intensa prosa poetica che affronta i traumi storici ed espone la fragilità della vita umana. Nella sua opera affronta traumi storici e insiemi invisibili di regole e, in ciascuna delle sue opere, espone la fragilità della vita umana. Ha una consapevolezza unica delle connessioni tra corpo e anima, i vivi e i morti, e nel suo stile poetico e sperimentale è diventata un’innovatrice nella prosa contemporanea». La 54enne di Gwangju è la diciottesima autrice a vincere il premio Nobel per la Letteratura.

Han Kang, vincitrice nel 2016 del Man Booker International Prize per la narrativa con La vegetariana (pubblicato in Italia da Adelphi), romanzo sulla discesa di una donna nella malattia mentale e l’abbandono da parte della sua famiglia, è la prima esponente della tradizione letteraria coreana a essere insignita del premio Nobel per la Letteratura.

Figlia di Han Seung-won, importante scrittore sudcoreano, ha esordito nel 1993 con una raccolta poetica: la sua letteratura affronta temi come l’identità, la perdita e la violenza che sviluppa nel romanzo Atti umani (pubblicato in Italia da Adelphi) dedicato al prima, al durante e al dopo del massacro di Gwangju del 1980. «Viviamo in un mondo sempre più violento. Siano diventati sempre più sensibili alla violenza. Vorremmo azzerare tutto anche se sappiamo che è uno sforzo inutile», raccontava in un’intervista al Corriere della Sera. «In Atti umani— spiegava Han Kang — Gwangju diventa un nome universale per un tempo e uno spazio in cui la violenza e la dignità dell’uomo coesistono ferocemente. Gwangju fu un massacro ma anche una rivolta,le due cose insieme. Penso che la storia del XX secolo lasci ferite profonde e domande sulla violenza e la dignità dell’uomo nel mondo». Nel 2023 sempre Adelphi ha pubblicato L’ora di greco (traduzione di Lia lovenitti, cura editoriale di Milena Zemira Ciccimarra): uscito in Corea nel 2011, è il primo libro di Han Kang tradotto in Italia direttamente dal coreano si concentra sul linguaggio e sul «rapporto unico tra corpo e anima» che sperimenta nell’esistenza di un insegnante di greco di mezza età che progressivamente diventa cieco.

I precedenti Nobel per la Letteratura

Nel 2023 a essere insignito del Nobel per la Letteratura era stato lo scrittore e drammaturgo norvegese Jon Fosse. Un autore poliedrico premiato «per le sua innovativa drammaturgia e la prosa che danno voce all’indicibile». Nel 2022 era stato il turno di Annie Ernaux «per il coraggio e l’acutezza clinica con cui ha svelato le radici, gli straniamenti e i vincoli collettivi della memoria personale». Nel 2021 era stato scelto un outsider come lo scrittore tanzaniano, naturalizzato britannico, Abdulrazak Gurnah, professore emerito di Letteratura inglese e postcoloniale all’Università del Kent, autore di dieci romanzi, tutti in corso di pubblicazione in Italia, e, nel 2020, la poetessa laureata e già vincitrice del Pulitzer, Louise Glück, americana, premiata «per la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l’esistenza dell’individuo».

I pronostici

Prima dell’annuncio ufficiale dell’Accademia di Svezia, come sempre erano circolate le solite indiscrezioni e voci sul possibile vincitore. Il favorito della vigilia era il romeno Mircea Cartarescu, l’autore di Solenoide (Il Saggiatore) e Melancolia (La Nave di Teseo). Aveva preso quota anche il nome dello statunitense Steven Millahuser, un outsider (Mondadori ha da poco pubblicato La Notte dell’incanto e ripreso il suo vecchio romanzo premio Pulitzer Martin Dressler). Altre fonti, anche alla luce della situazione geopolitica, avevano rilanciato il nome di Salman Rushdie. I bookmaker erano più orientati sulla scrittrice cinese Can Xue (che in Italia viene pubblicata da Utopia, il suo ultimo libro è La strada di fango giallo), o sull’australiano Gerald Murnane e restava sempre valida l’ipotesi Claudio Magris. Oltre a quelli già citati, erano tornati in pista il francese Michel Houllebecq, gli americani Thomas Pynchon e Don de Lillo, l’argentino Cesar Aira e – immancabile – il giapponese Haruki Murakami e la scrittrice giamaicana Jamaica Kinkaid.

10 ottobre 2024 (modifica il 10 ottobre 2024 | 13:37)

10 ottobre 2024 (modifica il 10 ottobre 2024 | 13:37)