
«Non bisognerebbe sopravvivere ai figli». Era luglio, e Nicola Pietrangeli era ricoverato in un letto del Policlinico Gemelli: da pochi giorni, però, aveva iniziato a combattere con un altro dolore, più grande e lacerante, quello della morte del figlio Giorgio, che anni dopo aver scoperto di avere un tumore al cervello aveva smesso di soffrire. Giorgio era andato via mentre papà Nicola era in ospedale. «Cerco di ricacciare indietro il pensiero di Giorgio, ma è impossibile – raccontò in un’intervista al Corriere -. Mi ritorna sempre in mente».
Non c’erano molte foto pubbliche di Nicola e Giorgio Pietrangeli: sono spuntate soltanto dopo la morte di uno dei figli del campione scomparso ieri. Prima, per trovarle, bisognava scavare nei profili social di amici in comune. Ma il rapporto tra Pietrangeli padre e Pietrangeli figlio era sempre stato strettissimo, tanto che Giorgio qualche anno fa aveva deciso di chiamare la figlia Nicola, nonostante Madre Natura gli avesse donato una femmina.
Prima che Giorgio morisse, papà e figlio erano stati accomunati da un viavai per ospedali, ed è certo che la sofferenza provata da Nicola in questi mesi non lo abbia aiutato. «Sarebbe stato giusto che venissi via io, non il contrario».
Al tennis, Giorgio, aveva preferito le onde, forse anche per non sentire la pressione di quel cognome così ingombrante: surfava per sentirsi libero, e papà era felice nel vederglielo fare. Si era allontanato, trasferendosi in Costa Rica, dopo essere stato uno dei primi campioni italiani di surf negli anni 80, partecipando con la Nazionale a Mondiali ed Europei.
Eppure un giorno Giorgio ha portato la sua tavola da surf allo stadio della Pallacorda al Foro Italico, che dal 2006 porta il nome di Nicola Pietrangeli: una foto che è già iconica. «Mio figlio ha vissuto come voleva, se ne fregava di tutto, in senso positivo. In questo mi assomigliava». Il mare si è calmato.
2 dicembre 2025 ( modifica il 2 dicembre 2025 | 12:02)
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