
«Nessun riconoscimento. Né qui né altrove» ripete il consigliere del Pd, Nereo Tiso. «È l’ennesimo pretesto. Il Sigillo della città le va dato quanto prima» ribadiscono invece le esponenti di Coalizione civica, Marta Nalin e Chiara Gallani. Dopo le nuove polemiche suscitate dalle sue parole sull’assalto alla sede del quotidiano La Stampa, venerdì scorso a Torino, da parte di alcuni manifestanti ProPal («Condanno la violenza, ma spero che quest’episodio possa essere un monito per far sì che i giornalisti ricominciare a fare il loro lavoro») e nello stesso giorno in cui l’amministrazione di Bologna conferma la volontà di assegnarle la cittadinanza onoraria, la maggioranza di centrosinistra che governa il Comune di Padova torna a dividersi sull’opportunità di conferire il Sigillo della città a Francesca Albanese, relatrice Onu sui territori palestinesi occupati.
La mozione
Breve riassunto delle puntate precedenti. Il 20 luglio, Nalin e Gallani, attiviste dell’ala più radicale dello schieramento che sostiene il sindaco Sergio Giordani, fanno approvare in consiglio, col voto favorevole di tutta la maggioranza, una mozione per attribuire la speciale onorificenza alla giurista campana «per il suo strenuo operato in difesa dei diritti umani in Palestina». Ma il 30 settembre, proprio mentre si sta organizzando la cerimonia per dar seguito al quel documento, Albanese è protagonista di una prima, discussa vicenda: ricevendo il riconoscimento del Primo tricolore a Reggio Emilia, rimprovera il sindaco dem Marco Massari per aver posto la liberazione degli ostaggi israeliani come condizione per il cessate il fuoco a Gaza. Il 5 ottobre, eccone un’altra: ospite di «In onda» su La7, la relatrice Onu abbandona lo studio dopo che le viene ricordata la contrarietà della senatrice a vita Liliana Segre a definire genocidio quello di Gaza. Ragioni per cui il consigliere padovano di FdI, Enrico Turrin, affonda: «Le posizioni di Albanese sono ai limiti dell’antisemitismo e dunque invito il sindaco Giordani a non conferirle il Sigillo».
I contrari
E il dem Tiso, poi imitato dal presidente dell’aula Antonio Foresta (Per Padova), ritratta il voto favorevole di due mesi prima: «Di fronte a esternazioni e gesti del genere, lesivi della dignità di persone e istituzioni, credo che la signora non meriti alcuna onorificenza». In tale caos, la strategia dei piani alti del Comune è quella di aspettare che la cosa si sgonfi. Però domenica, quando ancora Tiso, contestando il commento della giurista sull’incursione dei ProPal a La Stampa, appunta: «Si vergogni. Per lei nessun riconoscimento». Ma da Coalizione civica rispondono: «Quanto successo a Torino, che condanniamo, non deve essere un pretesto per tornare a chiedere di non dare il Sigillo della città ad una donna che viene costantemente attaccata perché le sue denunce riguardano non solo il genocidio del popolo palestinese, ma pure la connivenza di governi inerti e immobili come il nostro». Non finisce qui.
Vai a tutte le notizie di Padova
<!–
Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.–>
Iscriviti alla newsletter del Corriere del Veneto
2 dicembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA




