
(LaPresse) «Dico sempre ai più giovani che capisco covare la rabbia, ma alle manifestazioni si va con le mani alzate. Chi si batte per i diritti umani deve fare lo sforzo ulteriore di rifiutare in qualsiasi modo la violenza. Lo so che è un boccone difficile da digerire per molti. Ma è ovvio che condanno la violenza, ma condanno anche voi giornalisti che ignorate, oggi sfogliavo le pagine dei giornali e non si parlava di quello che è successo a Genova, con migliaia di persone in piazza». Lo ha detto sabato la Relatrice speciale Onu per i Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, a margine del convegno ‘Rebuild Justice-Ricostruire la giustizia’ all’Università di Roma Tre. I cronisti presenti le hanno fatto notare che venerdì era sciopero dei giornalisti. Albanese ha ribattuto: «Ma allora com’è che non si è neanche data importanza sull’on line, ma si è parlato di quello che è successo alla sede della Stampa. È una cosa che viene da lontano, ma la stampa come la politica si è scollata dal basso. Dopo due anni genocidio in Italia ancora non siete stati capaci di imparare cos’è la Palestina. Quindi è chiaro che le persone sono arrabbiate, ma questo non giustifica la violenza. Dovete tornare a fare informazione per i cittadini e non per gli interessi economici che sono dietro a chi ha acquistato le vostre testate». Sabato hanno fatto discutere le parole di Albanese al convegno, quando ha detto che «prima di entrare qui ho avuto il solito confronto con la stampa italiana che mi ha detto che durante le proteste di ieri erano in sciopero. Però la notizia dell’assalto alla sede della Stampa di Torino l’hanno coperta. Perché non avete coperto anche quello che è successo a Genova e in altre 50 città con migliaia di persone scese in piazza? Io condanno fermamente ogni forma di violenza. È necessario che ci sia giustizia per quello che è successo alla sede della Stampa. Al tempo stesso, che questo sia anche un monito alla stampa per tornare a fare il proprio lavoro cioè riportare i fatti». Più tardi ha poi parzialmente corretto il tiro: «Stanno provando ad affossarmi. Non c’è stato nessuno scivolone, vergognatevi. Tutto quello che ho detto e che continuo a dire è che condanno la violenza e condanno l’attacco di ieri a La Stampa. La violenza, anche dentro a un sistema violento, finisce per rafforzare il sistema che ci opprime».
30 novembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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