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Dove mi trovo? È la domanda che la piccola paziente rivolge alla dottoressa che l’ha in cura nelle pagine che aprono La casa dei silenzi (Longanesi, in libreria da martedì 29 ottobre), il nuovo romanzo di Donato Carrisi (1973). Una sorta di prologo in cui ci sono già molti temi ed elementi che si ritroveranno poi nella storia principale: un minore che ha bisogno di aiuto ma ancora non sa perché; un professionista che prova a rendersi utile ma ancora non sa come; la psicologia quale strumento per indagare l’io più profondo; la scienza (e le pseudoscienze) per captare qualcosa che va oltre il visibile.
Dove trovare Pietro Gerber, psicologo infantile con specializzazione nelle tecniche e nelle terapie che utilizzano l’ipnosi, i lettori più assidui di Carrisi già lo sanno, gli altri lo scoprono presto. Gerber, personaggio tra i più amati dell’autore, soprannominato «l’addormentatore di bambini», è nel suo studio, lo stesso che fu del padre, ora scomparso, pure psicologo, apripista nel campo dell’ipnoterapia, in una soffitta affacciata su piazza della Signoria, a Firenze. Tra i due un rapporto profondo, complicato, mai del tutto risolto: una vita, quella del figlio, fatta di abitudine, solitudine e lavoro portato avanti quasi come una missione. È lì che lo trova una coppia di genitori che si rivolge a lui come ultima spiaggia: al primo sguardo, nei loro occhi, Gerber riconosce la paura. Il figlio Matias, nove anni, soffre di disturbi del sonno: da ragazzino estroverso e solare è diventato in poco tempo l’opposto, chiuso e triste: ora non ha amici, non esce più di casa e quando si addormenta si sveglia urlando. A fargli perdere la serenità è stato un sogno in cui compare «una donna con un vestito scuro e lunghi capelli neri»: una presenza silenziosa, che osserva, che un po’ inquieta e che soprattutto non abbandona mai l’inconscio del ragazzino. «Il sonno è un meccanismo molto preciso — osserva lo specialista — serve a ripulire la nostra mente, a resettarla». Ed è quello che Gerber, da vero indagatore degli incubi, si propone di fare con il piccolo paziente.
Gerber, già protagonista di tre thriller tematicamente affini — romanzi «gemelli» li aveva definiti in precedenza lo stesso Carrisi, La casa delle voci (2019), La casa senza ricordi (2021) e La casa delle luci (2022) — si presenta con quello che nel tempo è divenuto il suo abito di scena: aspetto dimesso, quasi trascurato, inseparabili scarpe Clark ai piedi, un impermeabile che indossa spesso anche al chiuso e in tasca un metronomo portatile, strumento principe nel suo lavoro di «addormentatore». Il salto mortale rispetto a casi del passato stavolta è doppio: lo specialista, guadagnata la fiducia del bambino, per poter iniziare il suo lavoro deve entrare nella mente del piccolo Matias mentre è profondamente addormentato; indurre l’ipnosi quando il dormiente è nella fase di sonno Rem e solo allora provare a capire da dove arriva la figura dell’inquietante donna silenziosa e come convincerla ad andarsene. Prima che sia lei — ma questo Gerber ancora non lo ha detto ai genitori — ad uscire dai sonni di Matias e diventare per lui una psicosi, una presenza ancor più vera e reale.
Il terapeuta Gerber farà di più, rischiando molto, contravvenendo a una regola fondamentale di chi fa questo mestiere nonché a un prezioso insegnamento del padre: «Mai aprire porte che non si è in grado di richiudere». Riuscirà a instaurare un canale di dialogo? Darà la parola alla donna silenziosa? Saprà muoversi abbastanza in profondità da non lasciare tracce nella psiche del bambino? Ai lettori il piacere di scoprire da soli le risposte.
Le caratteristiche dei luoghi, l’aspetto dei paesaggi e degli edifici, le condizioni meteorologiche (qui molto frequenti temporali e pioggia battente) nei libri di Carrisi si fanno portavoce e riflesso di qualcos’altro, di significati più profondi e reconditi, questa storia non fa eccezione; mentre la prosa dell’autore si conferma rarefatta, diretta ed essenziale: aderisce ai personaggi, li veste rendendoli impermeabili allo scorrere del tempo; figure e situazioni che offrono pochi appigli per una collocazione in un momento storico, fatta eccezione per qualche brano musicale, qualche marca di sigarette, qualche modello di automobile…
Manca un qui e ora, ma resta la certezza che nella sfida Gerber, come d’abitudine, si butterà a capofitto dimenticando quasi di mangiare, di dormire, di guardarsi allo specchio, di mettere un confine tra coinvolgimento e suggestione. L’effetto su chi legge è che alla preoccupazione per le sorti del bambino si aggiunge quella per l’equilibrio dello psicologo stesso. Mai come in precedenza la narrativa di Carrisi, autore bestseller da milioni di copie nel mondo, è popolata di fantasmi, strane presenze, quasi avvertimenti: sono silenzi abitati, zone grigie, rumori bianchi, onde, fruscii, correnti d’aria. Come «un inspiegabile disagio simile all’improvvisa folata di un vento gelido» che annuncia l’ingresso dei genitori nello studio di Gerber. Come il timore irrazionale che lo accompagnava al ritorno nella sua grande casa vuota dove ogni sera fingeva di avvertire la presenza di fantasmi e sussurrava al silenzio. Come la sensazione disturbante che lo coglierà, entrando per le sue sedute notturne con il piccolo paziente, nella villa in ristrutturazione poco fuori città dove vive la famiglia di Matias.
L’autore, con una formula che si rinnova identica alla fine di ogni libro di Gerber, rimarca la reale esistenza delle pratiche ipnotiche di cui scrive e degli effetti da esse prodotti. Come se bastasse questo a tranquillizzare il lettore che invece è più spaventato non quando la storia si avventura nei labirinti della mente ma quando il romanzo somiglia alla realtà che sta fuori, quando la violenza irrompe nel quotidiano e scandisce i tempi dell’esistenza non lasciando margine alla libertà.
Al pari del suo protagonista, lo scrittore ipnotizza il lettore con un racconto che lascia increduli, frastornati, stupiti, talvolta anche disorientati, ma che non perde mai i giri.
Dove mi trovo? Se lo chiede anche chi legge, quando si addentra con un atto di fiducia, quasi di fede, ben ripagate nel romanzo di un autore a suo agio nei territori dove la realtà e le prove del reale si fanno più vaghe e incerte e dove invece è solida e sicura la presa della narrazione. Nel libro una collega interroga lo specialista riguardo il caso di Matias: «Immagino che tu abbia scandagliato la psiche del bambino con l’ipnosi. Cosa hai trovato?». E lui risponde: «Una storia». Bene prezioso per lo psicologo, ma ancora di più per lo scrittore.
Il profilo
Il nuovo romanzo di Donato Carrisi La casa dei silenzi è pubblicato da Longanesi (pp. 416, euro 23); esce martedì 29 ottobre e segna il ritorno dell’ipnotista Pietro Gerber, presente in La casa delle voci (2019), La casa senza ricordi (2021) e La casa delle luci (2022). Donato Carrisi (Martina Franca, Taranto, 1973) ha venduto 5 milioni di copie nel mondo ed è tradotto in oltre 30 lingue. Tra i suoi bestseller: Il suggeritore (2009), La ragazza nella nebbia (2015) e L’educazione delle farfalle (2023). Tutti i libri di Carrisi, che è anche regista, sono pubblicati da Longanesi
Al via il tour con i lettori
Il nuovo romanzo di Donato Carrisi, La casa dei silenzi (Longanesi), esce martedì 29 ottobre. L’autore lo presenta in anteprima lunedì 28, ore 18,30, in diretta sulla pagina Facebook del «Libraio» mentre il 29, ore 18.30, Carrisi sarà a Milano alla libreria Mondadori Duomo per un firmacopie. Le presentazioni proseguono per tutto novembre: il 5, ore 20.45, sarà a Casarsa (Udine), teatro Pier Paolo Pasolini; il 6, ore 18, a San Donà di Piave (Venezia), libreria Moderna e, alle 21, a Treviso, libreria Canova; ancora il 9, ore 12, a Roma, libreria Nuova Europa I Granai. A seguire altre date tra cui Torino e Aosta
27 ottobre 2024 (modifica il 27 ottobre 2024 | 23:18)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
27 ottobre 2024 (modifica il 27 ottobre 2024 | 23:18)
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