Bmw M5, la nostra prova sul circuito di Monza del bolide tedesco. Il video

Questo post è stato originariamente pubblicato su questo sito

Monza – «Utilizzeremo tutte le tecnologie disponibili per raggiungere il massimo livello di prestazioni possibile, con la consueta attenzione al piacere di guida». Così Carlo Botto Poala, direttore marketing di Bmw Italia, sintetizza visione e strategia del mitologico reparto Motorsport, quello che da oltre 50 anni dà vita ai modelli più sportivi e veloci del marchio dell’elica. Un luogo speciale che evoca scarichi urlanti, odore di benzina e gomma bruciata e vittorie fra i cordoli dove nel lontano 1972 nessuno avrebbe potuto immaginare che oggi una supercar può essere tale anche grazie all’apporto degli elettroni. Sì, perché la neonata M5, l’icona, quattro porte e cinque posti che viaggiano a velocità impensabili per una berlina di rappresentanza, ora è una ibrida plug-in con cui, volendo, puoi fare quasi 70 km a emissioni zero.

È già un buon motivo per pensare che essere a Monza, nel tempio della velocità, per capirne le potenzialità e le peculiarità tecnologiche sia qualcosa di decisamente particolare. Ma non è tutto, perché prima di dare del tu in pista al mostro sacro potremo divertirci tra una Variante e una Parabolica guidando altre due novità della gamma Bmw M, con il supporto degli istruttori della Driving Experience. Si tratta di una sorta di scuola di pilotaggio itinerante diretta da Sigfried Stohr in cui molti ex professionisti delle corse accompagnano gli «allievi» nello sviluppo delle migliori tecniche di guida in ottica sicurezza e prestazione.

Cominciamo con la M4 Competition xDrive e un’altra sorpresa: a vegliare sui nostri bollenti spiriti c’è Roberto Ravaglia, un gigante delle competizioni a ruote coperte. Incredibile come, in una manciata di giri, i suoi asciutti consigli ti portino dal gustarti la pista con buon piglio a divorare l’asfalto con efficacia quasi chirurgica. In questo aiutano la sorprendente aderenza dell’avantreno e l’efficacia dei freni carboceramici (da pagare a parte, oltre ai 117 mila euro del listino) della nuova M4, ora dotata di un sei cilindri turbo da 530 cavalli. Altro giro, altro regalo al volante della M2 (da 80.000 euro), 50 cavalli e 50 chili in meno su trazione posteriore, un filo meno di spinta e un pelo in più di agilità tra le strette varianti del circuito brianzolo, sterzo cristallino e posteriore piacevolmente «vivace». Qui, con l’aiuto di Nicola Tesini abbiamo ri-scoperto l’importanza dello sguardo e dell’utilizzo corretto delle braccia.

Poi arriva lei, sua maestà M5 (da 150 mila euro), in un verde smeraldo che sembra impudicamente sottolinearne valore e ricercatezza. E qui comincia un altro capitolo della nostra giornata particolare. Perché l’istruttore ci invita prima di tutto a togliere il coltello che abbiamo tra i denti per comprendere una delle tante anime di questa summa tecnologica marchiata Bmw Motorsport. Modalità di guida ibrida, un filo di gas e lei si muove senza far rumore – interessante il fatto che il motore elettrico, chiuso nella scatola del cambio automatico a 8 marce, non sia in presa diretta ma sfrutti alcuni rapporti della trasmissione – fino a quando l’andatura risveglia il poderoso V8 biturbo. La potenza di sistema è di 727 cavalli, con una coppia mostruosa, 1.000 Nm da gustare in Dynamic Plus per capire quanto questa supercar a quattro porte sia in grado di mangiarsi i cordoli. Peccato che chi ci sta di fianco a un certo punto sia obbligato a dirci di alzare il piede ben prima di raggiungere i potenziali 305 orari di velocità massima. Certo, le 2,5 tonnellate di massa non possono svanire, ma le 4 ruote motrici e sterzanti rendono l’auto un attrezzo di efficacia e velocità stranianti. Naturale, se hai un motore che deriva da quello che ha corso a Le Mans.

27 novembre 2024 (modifica il 27 novembre 2024 | 15:50)

27 novembre 2024 (modifica il 27 novembre 2024 | 15:50)