
Gli ex sindaci di Venezia, in una nota, sottolineano che «dalla crisi della Fenice si esca senza forzature e ricatti». La lettera è firmata da Ugo Bergamo, Massimo Cacciari, Paolo Costa e Giorgio Orsoni che esprimono «una forte preoccupazione per la crisi che inopinatamente affligge da qualche mese il Teatro La Fenice, il teatro al quale ognuno di noi ha dedicato attenzione ed energie presiedendone la Fondazione durante i rispettivi mandati di Sindaco di Venezia». «Preoccupazione per una crisi assurda rilevano -, auto-inflitta e che si sarebbe potuto facilmente evitare se solo nella delicata scelta del direttore musicale si fossero seguiti criteri di buon senso consolidati nelle regole e nelle prassi seguite in tutti i grandi teatri del mondo: regole e prassi che vogliono che direttore e orchestra vengano messi nelle condizioni di conoscersi, di lavorare assieme fino a stabilire un clima di stima reciproca, prima di affidare le proprie sorti l’una all’altro e viceversa. Regola sempre applicata anche nei confronti di direttori di fama mondiale che non hanno esitato a dimettersi di fronte alla sfiducia loro manifestata dall’ orchestra».
«Crisi nata dalla rottura della prassi di scelta dei direttori»
«La decisione d’imperio presa alla Fenice, contrariamente all’annuncio da parte del Sovrintendente di voler rispettare regola e prassi da applicare a una rosa di candidati -proseguono – con la nomina a direttore musicale di Beatrice Venezi non poteva non generare la reazione dell’Orchestra e del
Coro a difesa del proprio diritto-dovere di garantirsi, e garantire, la qualità artistica del proprio lavoro: il vero grande patrimonio del Teatro». «La radice della crisi – spiegano – sta tutta in quella rottura della prassi di scelta dei direttori musicali, che è forma piena di sostanza, che nessuna copertura, né del Consiglio di indirizzo, ma neanche del ministro Giuli, può sanare d’autorità. La crisi può essere risolta solo ripartendo da capo nel rispetto delle regole. Lo richiede il mantenimento del livello di eccellenza del Teatro La Fenice. Lo richiede Venezia che nella Fenice ha uno dei segni della grande città che vuole continuare ad essere». «Nel frattempo, occorre che le parti, dirigenza della Fenice, da un lato, e Orchestra, Coro, e lavoratori tutti, dall’altro, – concludono – gestiscano il confronto nel rispetto delle legittime posizioni reciproche».
1 dicembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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