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Anche la Polonia vieta gli allevamenti per le pellicce. Era il principale produttore a livello Ue, il secondo nel mondo

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Anche la Polonia dice basta agli allevamenti di animali per la produzione di pellicce. È il 18esimo Paese dell’Ue ad adottare un provvedimento di questo genere, ma l’adesione di Varsavia è particolarmente significativa perché si tratta della nazione che maggiormente produce pellicce a livello europeo ed è la seconda su scala globale dopo la Cina

Il presidente Karol Nawrocki ha firmato ufficialmente la legge, dopo il via libera arrivato nelle settimane scorse dalle due camere del Parlamento polacco. L’associazione internazionale Humane World for Animals parla di «momento storico», ricordando come in Polonia ogni anno vengano allevati e uccisi per la loro pelliccia circa 3 milioni di visoni, volpi, cani procione e cincillà. Dal prossimo anno – la legge entra in vigore due settimane dopo la firma e sarà quindi un bel regalo di Natale per gli animali e per tutti i cittadini che si opponevano a questa pratica – tutto questo però non accadrà più.  O, meglio, non accadrà progressivamente più. 

Non sarà infatti possibile avviare nuove attività di allevamento, mentre i circa 200 che sono attualmente operativi avranno tempo fino al gennaio 2034 per chiudere l’attività. Si prevede, tuttavia, che molti cesseranno la produzione molto prima di tale data, per effetto dei risarcimenti offerti a chi opterà per lo stop entro i primi cinque anni dall’entrata in vigore del divieto. Quanto prima gli allevatori richiederanno il risarcimento e chiuderanno gli allevamenti, tanto maggiore sarà l’importo che verrà loro corrisposto.

Il divieto arriva a poche settimane dal parere scientifico dell’Efsa, l’autorità europea per la Sicurezza alimentare, che nel suo rapporto ha evidenziato come la sofferenza degli animali negli allevamenti destinati alla produzione di pellicce sia sistemica e che confinare gli animali per tutta la loro vita in piccole e spoglie gabbie metalliche non può soddisfare i loro bisogni fondamentali di benessere. Il parere era stato richiesto dalla Commissione Europea in seguito all’Iniziativa dei cittadini europei (Ice) «Fur Free Europe», cui avevano aderito quasi un milione e mezzo di persone per chiedere di vietare la produzione e la vendita di pellicce a livello europeo. 

La Commissione pubblicherà la sua risposta ufficiale a questa richiesta entro il marzo 2026.  La decisione polacca potrà però avere un peso nell’orientare la decisione, proprio perché era il primo player europeo del settore. La conseguenza sarà quella di un maggiore isolamento per i pochi altri Stati membri che ancora consentono gli allevamenti per le pellicce, in particolare Finlandia, Danimarca, Spagna, Ungheria e Grecia

2 dicembre 2025 ( modifica il 2 dicembre 2025 | 19:52)

2 dicembre 2025 ( modifica il 2 dicembre 2025 | 19:52)

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