Parlare di crisi è forse eccessivo ma è indubbio che il mondo del vino rappresenti un business in piena evoluzione. Cambiano i consumi, le quantità, i mercati e l’industria del vino deve farsi trovare pronta all’evoluzione. È partendo da questo presupposto che nasce l’idea di Signorvino, catena di enoteche con cucina fondata nel 2012 da Sandro Veronesi, patron del Gruppo Oniverse. «Signorvino negli anni è diventata la grande cantina italiana nata per promuovere un modello di consumo consapevole e una cultura del vino inclusiva e accessibile — afferma Federico Veronesi, amministratore delegato di Signorvino — vogliamo distinguerci per un format che abbia come obiettivo quello di avvicinare un pubblico ampio e trasversale al mondo del vino italiano, smantellandone la tradizionale patina di esclusività. Il mondo del vino deve essere ripensato: ha un fascino e un valore storico da rendere più semplice e comprensibile, noi cerchiamo di offrire strumenti per la comprensione a un pubblico il più vasto possibile».
La struttura
È per questo che Signorvino rappresenta una catena con 43 punti vendita di cui due all’estero, a Parigi e Praga, un format che unisce l’esperienza dell’enoteca (con oltre 2.000 etichette di vini italiani) a una cucina di qualità in un ambiente urbano e contemporaneo. «Abbiamo creato qualcosa di assolutamente nuovo per l’Italia — ricorda Veronesi — ci rivolgiamo a chi non conosce troppo bene il vino e quindi può venire da noi per scegliere, per farsi consigliare per scoprire etichette storiche. E poi attiriamo anche gli esperti a caccia di novità, di piccole nicchie, di produttori che applicano metodi diversi e lavorazioni particolari. Collaboriamo con diverse cantine di tutte le più importanti zone vinicole italiane che producono per noi. Da anni abbiamo due figure specializzate: i buyer classici e i wine hunter che cercano piccole storie emergenti con cui arricchire la nostra cantina e il nostro storytelling».
In un modello di questo genere conta tanto la formazione del personale: Signorvino coinvolge circa 500 dipendenti con almeno altri 200 di indotto per un fatturato che nel 2024 ha toccato quota 85,7 milioni ma che nel 2025 ha una previsione di 90.
«La formazione del nostro personale è fondamentale — conferma l’ad del gruppo — sono ragazzi giovani, competenti, capaci di spiegare i vini e di abbinarli all’offerta gastronomica della cucina italiana e territoriale. Ma non basta: grazie alle tecnologie di customer relationship management, Signorvino traccia e valorizza le migliaia di interazioni che avvengono ogni giorno nelle sue piazze digitali. Sui social, da Instagram a TikTok, il brand intercetta uno dei bisogni più diffusi tra gli utenti: imparare, intrattenersi, scoprire. Attraverso una campagna di content creation e il coinvolgimento di wine creator, facciamo divulgazione sul vino in modo accessibile e coinvolgente».
Anche l’intelligenza artificiale ha già trovato il suo posto nel format di Signrvino. «Si chiama il Sommelier Digitale — precisa Veronesi — è uno strumento basato sull’Intelligenza Artificiale Generativa (AI), lanciato a Luglio 2025 e integrato direttamente nel sito e nell’app di Signorvino. Non è un semplice chatbot, ma un vero e proprio Wine Specialist Digitale addestrato su oltre 2.000 etichette e sull’intera offerta gastronomica del brand. La sua funzione è fornire consulenza in tempo reale, guidando l’utente attraverso il vasto mondo del vino. Ma l’ecommerce non è il nostro principale obiettivo. Il 70% del nostro fatturato proviene dal consumo negli store e il 30% dal retail. L’unicum sta nel fatto che puoi acquistare una bottiglia e berla nel nostro ristorante in tempo reale».
La strategia
Dallo sviluppo della catena di punti vendita dipende anche parte della strategia dei prossimi anni: più Italia o estero? «La priorità è crescere in Italia — afferma Veronesi — Il prossimo anno apriremo altri 8 negozi mai in città sotto i 150 abitanti e sempre in posizioni centrali molto suggestive: guardiamo Trieste, Napoli, Udine e il secondo a Roma. All’estero invece dobbiamo prima consolidare Parigi e Praga (dove apriremo un altro punto vendita). Guardando un po’ più in là nel tempo, non escludiamo lo sbarco negli Usa ma anche l’est Europa e l’estremo Oriente. Sono destinazioni in cui il vino italiano è già apprezzato oppure paesi dove è possibile entrare grazie alla nostra cucina made in Italy. Anche la ristorazione è un asset molto importante per noi: entriamo in contatto con i produttori delle eccellenze italiane del food per poter offrire il meglio negli abbinamenti coi vini».
Uno degli ostacoli sullo sviluppo del business del vino riguarda il consumo e le quantità: l’idea di benessere oggi lo mette spesso nel mirino. «Il modello di consumo che promuoviamo in Signorvino è lontano anni luce dall’idea dell’eccesso. Bere vino significa condividere un piacere con gusto, scoprire territori e tradizioni, approfondire un’esperienza sensoriale. Il vino accompagna la nostra cultura da millenni e, come in tutto, il nemico è solo l’eccesso».


2 dicembre 2025 ( modifica il 2 dicembre 2025 | 18:13)
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