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La tv conferma la sua «resilienza» ma entra nell’era dello «streamcasting»

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È stato presentato martedì mattina in Università Cattolica, a Milano, l’Annuario 2025 della Televisione Italiana, a cura di Massimo Scaglioni, professore ordinario di Economia e marketing dei media e direttore di Ce.R.T.A. (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi).
Streamcasting, che dà il nome alla nuova edizione dell’Annuario 2025, è il neologismo che indica l’attuale stato di ibridazione fra il broadcasting televisivo tradizionale e lo streaming on-line. Nell’era dello streamcasting il terreno di gioco dei diversi player del mercato si fa sempre più convergente e condiviso da quattro soggetti principali: i tradizionali editori di broadcasting (Rai, Mediaset, WBD, Sky, Cairo Communication), le platforms globali come Google/YouTube, i servizi di streaming come Netflix, Amazon Prime Video, Disney+, Paramount+ (che si spostano progressivamente verso modelli economici sempre più ibridi, che includono la raccolta pubblicitaria) e i social media (Meta, TikTok).

Tra le tendenze da segnalare il fatto che il consumo di tv «tiene» sostanzialmente (ovvero continua a mostrare segni di resilienza) nel confronto con la scorsa stagione, grazie al contributo dei device diversi dal televisore tradizionale: da settembre 2024 a maggio 2025 (la stagione analizzata) il consumo medio in total audience è di 8.730.000 spettatori medi nel giorno medio, con una differenza di solo 100mila spettatori rispetto all’anno precedente (-1,2%). Nel prime time gli spettatori in total audience sono 19,6 milioni: anche in questo caso la decrescita rispetto alla scorsa stagione è piuttosto limitata (-1,4%).

Da segnalare anche che la diffusione delle Smart Tv fa crescere l’abitudine di visione di contenuto in streaming/on demand «non riconosciuto» (ovvero fuori dal perimetro del palinsesto degli editori tradizionali) sulle fasce di popolazione più adulto-anziana, con un balzo del 10,5% di incremento sugli ultra 65enni, a conferma che questa fascia di popolazione (in particolare 65-74 anni) è ormai digitalmente attrezzata e attiva.
Con 22,2 milioni di unità, pari al 50,9% del parco complessivo, le tv connesse superano infatti per la prima volta la soglia del 50%. È opportuno considerare, a tal proposito, che al termine del 2022 queste erano ancora meno di 18 milioni e rappresentavano il 42% del totale. 

La sempre più forte presenza delle Smart Tv inoltre cambia le abitudini di consumo. Nel 2025 il 40% del consumo di tv in termini di AMR (ascolto medio) si genera su una Smart Tv, con un incremento del 6% rispetto allo scorso anno. Sono soprattutto le fasce di popolazione over 45 che vedono crescere il consumo attraverso Tv connessa: + 10% rispetto allo scorso anno.

2 dicembre 2025

2 dicembre 2025

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