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Veneto, il presidente eletto Stefani «assessore» ai giovani: «Casa e welfare, un piano per tutelarli»

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Il più giovane presidente di Regione d’Italia, Alberto Stefani, punta (anche) sui coetanei e manda un primo messaggio annunciando, dal palco dell’Oscar Green di Coldiretti, che creerà un pacchetto di «deleghe ai giovani» e che le terrà per sé. «Il tema del trattenimento dei giovani sul territorio è un puzzle che ha bisogno di ogni singola tessera per essere affrontato efficacemente. – dice il presidente eletto, la cui proclamazione è in agenda per venerdì – ma anche in un puzzle si deve iniziare dalla tessera-chiave. E la prima è l’accesso a prezzi sostenibili a una casa». E allora Stefani immagina un «ecosistema favorevole alla natalità». Ma si punta anche a rafforzare il sostegno psicologico per contrastare il disagio giovanile. Concretamente, c’è il capitolo «servizi per la prima infanzia». Traducibile con «asili gratis»? «In questo momento è difficile poterlo prevedere – premette Stefani – ma sicuramente si possono utilizzare maggiormente i fondi sociali europei, si può fare di più. Perché un giovane decida di costruire una famiglia servono un lavoro retribuito equamente con un focus importante sul welfare aziendale, e gli imprenditori ne sono consapevoli, una casa e servizi per l’infanzia».

«A Roma da Meloni per gli assessori? No»

E, a proposito di puzzle, ce n’è uno all’attenzione del presidente per certi versi più complesso. Parliamo della composizione della giunta regionale che sta tenendo banco in questi giorni. Lunedì, dal Teatro Verdi di Padova, Stefani ha smentito ci sia un «filo diretto» con la premier in merito agli assessori: «A Roma da Giorgia Meloni? No, io mi confronterò con le segreterie di partito come tutti i miei predecessori». Risposta diplomatica che cela ciò che è ogni giorno più evidente: i meloniani, dopo il risultato deludente delle Regionali, sono alle prese con un redde rationem interno che ha messo sulla graticola il coordinatore regionale Luca De Carlo. Col risultato che a Stefani pare manchi un interlocutore di FdI. Pare sarà Giovanni Donzelli a prendere le redini. Il tempo, però, stringe, perché solo dopo la formazione della giunta si potrà insediare il consiglio regionale che deve iniziare a lavorare il prima possibile sul bilancio del prossimo anno. Fino all’approvazione, entro marzo, si procederà con l’esercizio provvisorio. Una circostanza che, per inciso, impedisce nuova fiscalità per l’anno del bilancio. Ecco, allora, che Stefani dichiara: «Irpef? Qualsiasi valutazione di merito potrà essere fatta entro il 2026». 

Il totonomi per la giunta della Lega

Tornando alla giunta, la linea la detta lo stesso Stefani: «La composizione della giunta passerà innanzitutto per il vaglio della qualità delle figure che devono essere di profilo, che conoscano il tema di riferimento, possibilmente che abbiano fatto anche il sindaco». E veniamo al borsino quotidiano: archiviate come voci prive di fondamento quelle su Giuseppe Dal Ben (il dg della sanità padovana e Stefani non si sarebbero neppure mai incontrati), al momento ci sono poche certezze. Partiamo dai 4 nomi del Carroccio. Nel Trevigiano il braccio di ferro fra Sonia Brescacin e Paola Roma pare vedrà prevalere la prima in nome dell’esperienza sul campo (e del fatto che se così non fosse non scatterebbe il posto per Stefano Marcon), l’ipotesi è il Sociale. A Vicenza sarà il turno di Marco Zecchinato (con l’ipotesi Urbanistica, lasciando il posto in consiglio a Morena Martini). Su le quotazioni dell’uscente Francesco Calzavara su Venezia (è ritenuto valido e farebbe scattare Marco Dolfin). Si discute ancora, poi, sul nome del big Massimo Bitonci allo Sviluppo economico. Calano le quotazioni di Eleonora Mosco che lascerebbe lo scranno a Padova ad Alain Luciani nel frattempo passato a FI.

I nodi per FdI

La pietra angolare resta Elisa De Berti: se non passerà la leggina che toglie il limite ai mandati per gli assessori sarà sottosegretario alla presidenza, un assessore aggiunto, con la missione di portare a casa la holding autostradale. Su FI e il posto promesso, è escluso vada a Flavio Tosi, ma anche, probabilmente, a Elisa Venturini, troppo anti tosiana. Potrebbe spuntare, piuttosto, il nome di Alberto Bozza o, persino, di Fabio Chies. I nodi sono però su FdI. I Fratelli vorrebbero Francesco Rucco alla Sanità ma le sue quotazioni sono in calo, troppo vicino alla sanità privata per alcuni. Un posto in giunta, però, ce lo dovrebbe avere. Sicuri Dario Bond e Valeria Mantovan così come Lucas Pavanetto. Resta un punto di domanda su Claudio Borgia che sarebbe gradito allo stesso Stefani. Ma il tempo, appunto, stringe, e si dovrà trovare una quadra al massimo per metà della prossima settimana.


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2 dicembre 2025

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