
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI – Per la seconda volta in due settimane, la decima dall’inizio dell’invasione russa, Volodymyr Zelensky ha incontrato ieri a Parigi il leader francese Emmanuel Macron. Continuano le trattative per arrivare alla pace, ma ieri sera Putin ha dichiarato che le sue truppe hanno conquistato — gli ucraini non confermano — Pokrovsk, città strategica per l’avanzata russa, e poi secondo il Cremlino «ha chiesto di fornire ai soldati tutto il necessario per condurre le operazioni militari nel periodo invernale». Parole che non lasciano intravedere un cessate il fuoco imminente, anzi.
Il presidente ucraino era tornato all’Eliseo per chiedere — e ottenere — davanti al mondo la riconferma dell’appoggio politico e diplomatico degli europei, dopo lo scandalo per la corruzione che pochi giorni fa ha portato alle dimissioni del suo capo di gabinetto e amico personale Andriy Yermak. Un passaggio importante per Zelensky, anche ai fini degli equilibri interni ucraini, alla vigilia del nuovo viaggio a Mosca del negoziatore americano Steve Witkoff (il sesto in un anno) che oggi incontrerà Putin. Witkoff sarà accompagnato dal genero di Trump, Jared Kushner. «Mi rifiuto di dare lezioni all’Ucraina» sulla corruzione, ha detto Macron durante la conferenza stampa seguita al pranzo di lavoro.
L’incontro di Parigi è stato l’occasione per una telefonata con il premier britannico Keir Starmer e poi con i leader Ue tra i quali Giorgia Meloni. Zelensky e Macron poi hanno parlato anche con Steve Witkoff e l’ucraino Rustem Umerov che stavano discutendo in parallelo in Florida, per ribadire la necessità che «la guerra finisca in modo degno», ha detto Zelensky. «La Russia non può essere ricompensata per l’invasione».
Uno dei nodi principali è la questione territoriale, e la pretesa della Russia di vedersi riconosciute le regioni che ha invaso a partire dal 2022, e delle quali non ha neppure il totale controllo nonostante mandi sempre più uomini al fronte. «Nel momento in cui parliamo di pace, la Russia continua a uccidere e a distruggere», ha detto Macron. «Non esiste oggi un piano di pace — ha aggiunto —, che risolva la questione dei territori». In serata Macron ha parlato al telefono con il presidente Trump per metterlo al corrente del dialogo con Zelensky e gli altri europei, e per parlare delle «condizioni di una pace robusta e durevole e delle prossime tappe della mediazione Usa». Macron ha sottolineato la «dimensione centrale delle garanzie di sicurezza necessarie» per assicurare all’Ucraina che non ci saranno nuove invasioni. Gli europei cercano di ottenere l’aiuto americano per fornire insieme queste garanzie di sicurezza, ma scontano divisioni e ritardi che sono stati evocati, in occasione del forum Italia-Spagna al Quirinale, dal presidente Sergio Mattarella: «La mancata realizzazione della Difesa comune europea, ipotizzata da oltre settant’anni a partire dal Trattato di Parigi del 1952, manifesta oggi tutte le drammatiche conseguenze dell’inazione nel processo d’integrazione».
Mentre si cerca una soluzione sui confini in Ucraina, sale la tensione per la guerra ibrida della Russia in Europa. L’ammiraglio italiano Giuseppe Cavo Dragone, responsabile del comitato militare della Nato, ha dichiarato che l’Alleanza sta valutando azioni più decise, inclusa la possibilità di un cyber-attacco preventivo alla Russia, in risposta a operazioni informatiche, sabotaggi e violazioni dello spazio aereo. «Stiamo considerando l’idea di essere più aggressivi», ha affermato in un’intervista al Financial Times.
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha definito la dichiarazione di Cavo Dragone «un passo estremamente irresponsabile». In serata il ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, ha cercato di ridimensionare la portata delle frasi: «È stata un’intervista dell’ammiraglio Cavo Dragone, dobbiamo tutelare i nostri interessi, proteggere la nostra sicurezza e prepararci anche a difenderci da una guerra ibrida, ma non farei una polemica su questo».
1 dicembre 2025
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