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Caso Albanese, sindaci in retromarcia sulle onorificenze

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«La proposta è stata votata dal Consiglio comunale, ma ritengo doverose una ulteriore valutazione e una riflessione condivisa». Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli e presidente dell’Anci, frena vistosamente sulla concessione delle cittadinanza onoraria a Francesca Albanese, pur approvata in Consiglio ad agosto e rimasta in attesa della necessaria delibera del capo dell’amministrazione. Ma l’imbarazzo è di molti sindaci che, con una sorta di tam tam dall’estate in poi, mentre le piazze si incendiavano in difesa della Palestina, avevano condiviso l’opportunità di dare l’onorificenza alla relatrice speciale dell’Onu.

Mentre opposizioni interne (anche di consiglieri Pd) ed esponenti del centrodestra a livello nazionale invocano la revoca, tanti sono i ripensamenti, o anche i silenziosi rallentamenti, dopo che Albanese, a proposito del raid nella redazione della Stampa di Torino da parte di manifestanti pro Pal, si era espressa così: «Condanno la violenza, ma che sia di monito perché la stampa torni a fare il proprio lavoro». Sara Funaro, sindaca di Firenze, è la più netta di tutti. «Firenze — dice a proposito della proposta di concedere la cittadinanza avanzata da un consigliere di sinistra — è città di ponti e di pace, ha sempre dato riconoscimenti a persone che hanno fatto enormi sforzi per unire. Francesca Albanese in più occasioni ha dimostrato di mandare messaggi che portano a dividere più che unire nella comune causa a difesa del popolo palestinese. Per questo non ritengo opportuno consegnarle la cittadinanza onoraria».

I sindaci che si erano già spinti fino alla consegna del riconoscimento, sono invece costretti almeno a precisare. Tra questi Marco Massari, sindaco di Reggio Emilia che proprio in occasione della cerimonia nella sua città, a settembre, ha dovuto fronteggiare le proteste del pubblico pro Pal, quando ha citato gli ostaggi israeliani, ed è stato bacchettato anche da Albanese: «Prometta di non citare più il 7 ottobre», l’ha rimproverato. Ora Massari dice: «La posizione espressa da Francesca Albanese sull’attacco squadrista alla redazione della Stampa non mi trova per nulla d’accordo. Davanti a gesti che puntano a intimidire i giornalisti, è fondamentale respingere, senza alcun distinguo, ogni minaccia. Ma le abbiamo conferito il Primo Tricolore per la sua meritoria attività di relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati e non per le sue prese di posizione». Anche Vito Leccese, sindaco di Bari, che ad agosto aveva donato ad Albanese le chiavi della città, mantiene il punto. Premettendo però: «La dichiarazione di Albanese è lontana dai valori in cui credo. Giustificare la violenza come un monito, anche solo con un’uscita infelice, non dovrebbe mai accadere».

 L’onorificenza, però, resta perché «non è un riconoscimento individuale ma un atto di adesione della comunità a un ideale di giustizia e solidarietà nei confronti del popolo palestinese». Prende le distanze da Albanese il sindaco di Bologna Matteo Lepore: «Nessuna causa giusta può giustificare la violenza contro il giornalismo e contro nessuno». Tuttavia non si pronuncia sulla cittadinanza la cui concessione è stata approvata dal consiglio comunale bolognese, ma che ora è osteggiata anche dal Pd locale. A Torino, la mozione è ferma all’attenzione della conferenza dei capigruppo. E probabilmente ci resterà. Confermano l’onorificenza ad Albanese, nonostante le polemiche interne, i sindaci di Jesi, Lorenzo Fiordelmondo, e di Fabriano, Daniela Ghergo.


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1 dicembre 2025

1 dicembre 2025

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