
Quella che doveva essere la «Cop30 della verità», come dichiarato dal presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva, ha chiuso i battenti il 22 novembre senza misure concrete per fermare la deforestazione e senza un accordo su come abbandonare i combustibili fossili. Confermando la scarsa ambizione globale nell’affrontare la crisi climatica. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk ha deplorato i «risultati deludenti» della Conferenza nel cuore dell’Amazzonia, avvertendo che la «fatale inazione» dei leader potrebbe un giorno essere considerata un «crimine contro l’umanità» e chiedendosi come «le generazioni future giudicheranno le azioni dei nostri leader di fronte alla crisi climatica tra 50 o 100 anni». Durante un intervento al Forum delle Nazioni Unite sulle imprese e i diritti umani a Ginevra, Türk ha richiamato l’attenzione sulle responsabilità nascoste dietro questa ingiustizia e la recente sentenza della Corte internazionale di giustizia che stabilisce che «i governi devono prevenire qualsiasi grave danno al nostro clima, in particolare regolamentando le imprese».
Tra i risultati raggiunti l’impegno delle economie avanzate a triplicare la spesa a favore dei Paesi a basso reddito per sostenere i loro sforzi di adattamento; la mobilitazione di 1.300 miliardi dollari all’anno entro il 2035 per l’azione a favore del clima; il lancio del Global Implementation Accelerator e della Belém Mission to 1.5°C; l’impegno a promuovere l’integrità delle informazioni e contrastare le false narrazioni.
26 novembre 2025 ( modifica il 26 novembre 2025 | 15:24)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
26 novembre 2025 ( modifica il 26 novembre 2025 | 15:24)
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