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Augias e lo speciale sull’atomica: una serata da servizio pubblico

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Una serata da servizio pubblico. Corrado Augias ha ripresentato una puntata speciale de «La Torre di Babele», ormai un marchio consolidato de La7. Si discuteva dei bombardamenti atomici con Michel Ponzani e Paolo Giordano e intanto scorrevano le immagini del documentario Hiroshima di James Erskine, 2020, che ricostruiva il clima del «progetto Manhattan», ma anche i dubbi nel portare avanti ricerche che avrebbero potuto causare esiti devastanti. La creazione dell’atomica ha segnato una svolta epocale, portando con sé la possibilità di una distruzione di massa e sollevando interrogativi sulla responsabilità degli scienziati e dei governi. Nell’estate del 1945, dopo la resa della Germania nazista, solo il Giappone era ancora in guerra contro gli angloamericani. Il Paese era ormai accerchiato, ma non aveva intenzione di arrendersi. Il presidente degli Stati Uniti decise perciò di usare le armi atomiche, che colpirono Hiroshima il 6 agosto e Nagasaki tre giorni dopo, il 9 agosto.

Secondo Paolo Giordano, come ha ribadito anche ieri sul Corriere, è falsa l’idea dell’inevitabilità storica di quelle azioni: senza gli attacchi atomici il Giappone non si sarebbe arreso, la guerra sarebbe andata avanti ancora a lungo con una perdita di vite maggiore. E se pure la si volesse prendere in considerazione per la prima bomba, quella su Hiroshima, non varrebbe comunque per quella di Nagasaki, che è stata puro accanimento, smania di distruzione. Secondo Michela Ponzani, l’atomica recava con sé anche l’idea di una «pace perpetua», una forma di deterrenza nei confronti di Stalin: abbiamo vissuto 80 di pace, retti sull’equilibrio del terrore. Entrambi hanno sottolineato come stiano scomparendo i testimoni del tempo di tre grandi momenti cruciali, con il pericolo che l’oblio vinca sul ricordo: la Shoah, Hiroshima, la Resistenza. Proprio per questo, sottolineava Augias, la bomba atomica rimane un monito per l’umanità, un simbolo della capacità distruttiva della scienza e della politica. La sua storia ci spinge a riflettere sulle responsabilità etiche, sulle conseguenze delle nostre azioni e sulla necessità di costruire, se ancora possibile, un futuro di pace.

7 agosto 2025

7 agosto 2025

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