Cosmo, uomo e natura: il Festival del Classico indaga l’ordine universale

di IDA BOZZI Dal 28 novembre al 1° dicembre la settima edizione della rassegna organizzata dalla Fondazione Circolo dei lettori, presieduta da Luciano Canfora e curata da Ugo Cardinale

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Furono gli antichi ad avviarsi sulla strada della comprensione dell’universo, sulla quale ancora oggi camminiamo. La realtà e la natura, che i greci chiamavano physis, suscitavano meraviglia e spavento, e richiedevano nomi e regole: nascevano così i miti, le leggi filosofiche e scientifiche. Oggi, in questi tempi difficili, indagare fin dalle radici la relazione tra l’umano e il cosmo, cioè l’ordine universale opposto al caos, può darci una luce anche per il presente. Appunto al tema Cosmo. La natura e i viventi, è dedicata la settima edizione del Festival del Classico, che a Torino, da giovedì 28 novembre fino a domenica 1° dicembre, esplora in un programma densissimo il rapporto degli antichi con l’universo e la natura nelle diverse discipline, la poesia, la filosofia, la scienza, la mitologia. E lo confronta con il nostro.

Organizzata dalla Fondazione Circolo dei lettori, la rassegna presieduta dal filologo e storico Luciano Canfora e curata dal linguista Ugo Cardinale, propone intorno al tema incontri e lectio con gli studiosi, oltre alle «dispute classiche», i confronti tra squadre di studenti su tesi filosofiche opposte. Al Circolo dei Lettori, dopo le prime due dispute studentesche di giovedì 28 (ore 10.30 e ore 15), l’inaugurazione del festival proporrà due lectio che lanceranno il tema dell’edizione, La natura tra essere e divenire, di Cardinale, e Dall’età dell’oro alla natura matrigna, di Canfora (dalle ore 18).

«Questa edizione del festival — ha spiegato Canfora — che ha preso avvio dal tema della epocale polarità Legge/Natura e ha via via ampliato il suo ambito tematico (…) vuol essere una riflessione storica e filosofica, non moralistica, sul rapporto uomo/natura in ogni suo aspetto». Il legame del tema con le crisi contemporanee è forte, illustra anche Cardinale, anche se «gli antichi non hanno e non danno ricette. Ci possono solo suggerire percorsi»: «Il nostro presente sembra offrirci soprattutto immagini di distruzione e rischia di lasciarci senza speranza. Anche gli antichi filosofi non si facevano illusioni sul ruolo miracoloso di un deus ex machina, ma avevano fiducia nella razionalità del cosmo. Mi viene in mente Empedocle che, guardando l’alternarsi dei cicli cosmici, intravedeva dopo la fase disgregante e distruttiva del caos, il ritorno dell’armonia del cosmo attraverso l’azione di filia, l’amicizia, frutto anche di un’umana responsabilità etica».

Il programma prosegue giovedì sera con Erri De Luca e il libro scritto con Inès de la Fressange L’età sperimentale (Feltrinelli), con proiezione del corto ispirato al libro, Domani, dopo la lectio di Maurizio Bettini sul mito di Erissitone, antesignano della deforestazione di oggi, si potranno seguire la lectio di Cardinale su lingua e «gender» dopo Aristotele; le visioni «cosmiche» con Piergiorgio Odifreddi su mito, scienza e spazio; il rapporto tra natura e tecnica a partire dal mito di Prometeo con Andrea Capra. E ancora, le fratture e le crisi del presente, con i giornalisti Monica Maggioni e Andrea Malaguti; e il «naturale sconosciuto» indagato in poesia da Mariangela Gualtieri.

Sabato 30, la rassegna rifletterà sulla natura in Saffo, con Silvia Romani e Viola Ardone, sul mondo naturale nei testi classici e nella Bibbia con il filologo Luciano Bossina; si occuperà dei vicini viventi come le piante, con Stefano Mancuso, e del rapporto physis/nomos, natura e legge, ma anche del rapporto uomo/animale, con Mauro Bonazzi, fino alla modernità scientifica di Lucrezio indagata da Telmo Pievani. Sempre sabato, la lectio di Luciano Canfora sull’estrazione mineraria e sulle violazioni della natura, su cui si interrogava Posidonio di Apamea già nel II secolo a.C.

Molti altri gli interventi, anche domenica 1°, su aspetti antichi e attuali del rapporto dell’uomo con il mondo. Tra gli ospiti, Canfora e l’analista geopolitico Diego Fabbri rifletteranno sull’instabilità attuale e sulla necessità di studiare storia, antopologia, lingue dei popoli per capire il presente, mentre Guido Barbujani parlerà del Dna e delle intuizioni antiche sul codice della vita. Come conclude il curatore Cardinale: «Guarderemo ai mostri mitologici e alle altre forme aliene raccontati da Piero Genovesi, Pietro Li Causi e Tommaso Braccini. E il concetto di “vita” come “invenzione recente” verrà affrontato da Federica Pedriali e Davide Tarizzo». Per chiudere con la lectio finale di Luciano Canfora, Legge, natura, popolo, sulle differenze tra sovranità della legge e sovranità popolare, dal V secolo a.C. fino alla nostra Costituzione.

27 novembre 2024 (modifica il 27 novembre 2024 | 21:39)

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