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«Rusalka? È stata una scelta di sentimento. La adoro e volevo farla con Dmitri Tcherniakov, che reputo il regista più interessante e geniale d’oggi; gliel’avevo proposta già anni fa ma voleva un certo tipo di cantante; quando ha saputo che ci sarebbe stata Asmik Grigorian, ha accettato, e quindi ho voluto questo titolo per la mia ultima inaugurazione a Napoli». Così il sovrintendente Stephan Lissner spiega
la scelta di aprire la nuova stagione del San Carlo con l’opera di Dvorak, tanto desueta quanto fascinosa: «Un’opera vibrante dell’umanità che permea rapporti tra i personaggi, e Tcherniakov è geniale nel creare questi risvolti umani. Lui poi ama trasporre la vicenda al giorno d’oggi e a me va benissimo: credo che l’opera non debba essere uno spettacolo museale, bensì qualcosa che incontri il presente, ne intercetti dinamiche e problematiche, susciti domande e suggerisca prospettive per guardare quanto vivono gli uomini ora».
Sul podio il direttore musicale Dan Ettinger, nel cast anche Anita Rachvelishvili, a dar voce alla strega Jezibaba. Colpisce che Rusalka sia il titolo più «coraggioso» di tutto il cartellone, dove campeggiano un trittico verdiano e due opere di Donizetti e Puccini. «È un cartellone giusto per il San Carlo: mi ero dato come obiettivi in questi miei cinque anni a Napoli di riportare il teatro ad una levatura internazionale, di incrementare il pubblico e di sanare i bilanci. Credo di non essere superbo se dico di averli raggiunti: i bilanci sono migliorati e, a fronte di una diminuzione dei fondi pubblici, siamo riusciti a realizzare una bella stagione; le recite d’opera sono quasi sempre sold out — domenica scorsa lo era anche un concerto da camera … — e ad aumentare sono stati sia i napoletani sia gli stranieri. Su questo c’è un circolo virtuoso con l’attrattività turistica della città: sono aumentati gli stranieri che vengono a Napoli e il San Carlo è diventata una tappa obbligata, ma ci sono anche tanti che vengono a Napoli apposta, innanzitutto per assistere a un’opera: alcune serate hanno visto addirittura il 40% degli spettatori provenienti dall’estero, quando c’è un’opera in tedesco in platea la lingua più diffusa è il tedesco…»
In tedesco sarà la Salome di Richard Strauss, in inglese Picture a day like this di George Benjamin, che debutta a Napoli diretta da Corinna Niemeyer e che vedrà come protagonista Marianne Crebassa. In francese sono il Roméo et Juliette di Gounod, con un’altra stella della lirica quale Nadine Sierra, e La fille du régiment di Donizetti, con cui debutta sul podio del San Carlo Riccardo Bisatti; l’allestimento è coprodotto con la Bayerisches Staasoper e firmato da Damiano Michieletto; cast importante, con Pretty Yende come Marie, Sonia Ganassi e (altro debutto) Marisa Laurito nei panni della Duchesse de Crakentorp. L’altro titolo donizettiano, Roberto Devereux, corona la «trilogia Tudor» dopo Anna Bolena e Maria Stuarda, interpretato da René Barbera e Roberto Mantegna. Sierra, Crebassa, Yende, e poi Jonas Kaufmann che torna come Cavaradossi nella Tosca che vedrà tra le voci anche Sondra Radvanosky, Carmen Giannattasio e Francesco Meli, mentre Anna Netrebko sarà Amelia in Un ballo in maschera di Verdi, diretta da PInchas Steinberg.
«Quando portai per la prima volta Anna e Jonas in piazza Plebiscito, sentii profetizzare che sarebbe stata l’unica; invece tornano, per la fiducia che si è venuta a creare e perché vedono che a Napoli si lavora bene. Tornano anche Lisette Oropesa ed Elina Garanca, tra recital e concerti dove sfileranno anche Michele Mariotti e Renaud Capucon. E torna Daniil Trifonov, che aprirà il festival pianistico con Ciajkovskij: due fine settimana in cui gli spettatori potranno assistere a un’opera e ascoltare i migliori pianisti del mondo».
Ildar Abdrazakov canterà negli altri due titoli verdiani: sarà Filippo II in Don Carlo (interpretato da Piero Pretti) e il protagonista eponimo in Attila. Il cartellone si completa con La fanciulla del West e l’omaggio al Settecento napoletano con Il matrimonio segreto di Cimarosa, firmato dal regista Stéphane Braunshweig, senza dimenticare la ricca stagione di balletto, in cui spiccano Schiaccianoci, Onegin, Giselle.
LA GUIDA – Stasera il via. Dodici le opere, quattro i balletti, ventuno i concerti
Il Teatro di San Carlo presenta «Respiro / Breath», la Stagione 2024-2025 che viene inaugurata questa sera con «Rusalka» (nella foto) di Antonín Dvorák per la regia di Dmitri Tcherniakov. Sul podio il direttore musicale Dan Ettinger. La stagione ha in cartellone dodici titoli operistici, quattro balletti e ventuno concerti, insieme alla quarta edizione del Festival Pianistico e della rassegna di Musica da Camera. Tra le iniziative collaterali, il progetto «culTural’ ADVERTising», ideato dall’ architetto Noemi Verdoliva, che promuoverà cultura attraverso graffiti a pavimento e performance in live painting. Continuerà anche «Officine San Carlo», il progetto di sperimentazione artistica a forte impatto sociale che sta aiutando molti giovani e rigenerando l’area degli ex stabilimenti industriali della Cirio a Vigliena. Info: https://www.teatrosancarlo.it/
La fanciulla del West
Il secondo titolo pucciniano accanto a Tosca sarà La fanciulla del West, assai meno frequentato ma non meno esemplare dell’abilità con cui Puccini trasfigura in note le atmosfere di loghi allora esotici e lontani. L’allestimento, coprodotto con Abao Bilbao Opera, è firmato per regia, scene e costumi da Hugo De Ana. Sul podio Jonathan Darlington, mentre Minnie e Dick Johnson sono interpretati da Anna Pirozzi e Martin Muehle, al suo debutto al San Carlo.
E. Pa.
Salome
Mancava da dieci stagioni: la Salome di Richard Strauss è tra i capisaldi del teatro lirico del ’900, dove il sinfonista e orchestratore tedesco rende l’episodio evangelico con tinte poderose. L’allestimento è del San Carlo, con la regia di Manfred Schweigkofler, le scene di Nicola Rubertelli e i costumi di Kathrin Dorigo, mentre la concertazione è affidata al direttore musicale Dan Ettinger. Nel ruolo eponimo canta Ricarda Merbeth, mentre Jochanaan ha la voce di Brian Mulligan.
E. Pa.
Nella foto di Luciano Romano, un’immagine del «Don Carlo»
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20 novembre 2024 (modifica il 20 novembre 2024 | 09:59)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
20 novembre 2024 (modifica il 20 novembre 2024 | 09:59)
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