La Biennale in Cina ritrova lo spirto di Marco Polo

di ANNACHIARA SACCHI, nostra inviata da Shanghai Per i 700 anni dalla morte del viaggiatore, l’istituzione italiana allestisce a Hangzhou la collettiva «Il sentiero perfetto», primo momento di un trittico che presto coinvolgerà Venezia e Istanbul: «In mostra opere formidabili che sono fatte di futuro»

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Marco Polo amava posare lo sguardo su quelle dolci colline, sul laghetto in particolare. Hangzhou era tra le sue città preferite, la più nobile, forse perché gli ricordava Venezia. Quella vista c’è ancora, non è cambiata, gli occhi possono ammirare lo stesso paesaggio che aveva davanti a sé il viaggiatore più ardito di tutti i tempi. Alle spalle, però, ora sorge il China Academy of Art Museum di Hangzhou, dove la Biennale di Venezia, in collaborazione con la China Academy of Art, ha inaugurato sabato 9 novembre Il sentiero perfetto. Hangzhou, la «città del cielo» di Marco Polo: diciotto artisti contemporanei cinesi che provano, tentano, di indicare strade percorribili per l’arte, per la società umana. E domenica 10 arriva il presidente Sergio Mattarella.

Hangzhou, Zhejiang, meno di duecento chilometri a sudovest di Shanghai. Non aspettatevi ricostruzioni storiche, rivisitazioni sul tema del viaggio di Marco Polo, vecchie mappe. Qui siamo nell’avanguardia dell’arte contemporanea cinese, tecnologie e new media. Spiega il senso dell’operazione Luigia Lonardelli, che ha curato con passione la mostra (fino al 10 gennaio), selezionando gli artisti che hanno trovato un bacino di crescita proprio nella China Academy of Art: «Quando ho iniziato a immaginare l’esposizione, ho pensato a quanta paura dovesse avere quel diciassettenne veneziano che partiva verso il nulla. Allora, seguendo lo spirito della Biennale, mi sono messa a cercare cosa è rimasto di quel desiderio di ignoto, di quella voglia di intraprendere strade sconosciute. Del resto l’arte fa proprio questo, e la filosofia confuciana lo teorizza con il concetto di dao, la via che ciascuno di noi è chiamato a trovare e percorrere (da qui il titolo della mostra, ndr), che è esattamente quello che ha fatto Marco Polo e che nel 2024 fanno questi straordinari artisti cinesi: le loro opere sono fatte di futuro, la loro materia è il futuro».

Video, 3D, simulazioni digitali, ma anche inchiostro su carta, schermi Led, tubi di ferro, stoffe, la polvere e i capelli di Shi Bing e Lin Yi (1989) in un percorso espositivo quasi tutto al buio: «Solo le opere sono illuminate, arrivano improvvisamente, come apparizioni ci guidano, ma lasciandoci liberi di cercare il nostro personale itinerario all’interno della collettiva». Talenti versatili, approcci diversi, difficilmente classificabili. «Non si tratta — ribadisce la curatrice — di artisti emergenti, sono personalità già formate e note. Lavorano bene con le nuove tecnologie ma non hanno abbandonato le tradizioni. Non vivono contraddizioni in questo senso». Come Chen Liang (1987), che ha studiato calligrafia e pittura sacra e ha concentrato il suo lavoro sulle origini della scrittura. O Liu Yi (1990), che nelle sue installazioni unisce animazione e multimedia.

Il sentiero perfetto è il primo capitolo di È il vento che fa il cielo. La Biennale di Venezia sulle orme di Marco Polo, progetto speciale dell’Archivio Storico della Biennale di Venezia per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Marco Polo, nel 1324, con il sostegno dell’Istituto italiano di cultura di Shanghai e del consolato generale d’Italia a Shanghai. La seconda tappa dell’iniziativa sarà inaugurata a dicembre a Venezia, la terza nell’autunno del 2025 a Istanbul.

Ma torniamo ad Hangzhou (e alla diplomazia della cultura che sta dando ottimi risultati nei rapporti tra Italia e Cina): le opere in mostra sono ventuno, a queste si affiancano le creazioni degli studenti della School of Animation and Games e della School of Film Art della Academy. Si aggiunge anche il palco progettato dall’artista di Istanbul Cevdet Erek intitolato Amfibio, spazio modulare e adattabile, concepito per ospitare performance, reading e approfondimenti e che seguirà tutti gli eventi di È il vento che fa il cielo, «come un rifugio che possa di volta in volta offrire un luogo di sosta e condivisione».

Sabato 9 novembre dunque l’inaugurazione della collettiva (che ufficialmente apre oggi) con conferenza stampa da grande evento: c’erano Yu Xuhong, direttore dell’Art Museum of China Academy of Art, Jin Yibin, segretario del Partito comunista nella China Academy of Art, Tiziana D’Angelo, console d’Italia a Shanghai, Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale, Francesco D’Arelli, direttore dell’Istituto italiano di cultura di Shanghai, Debora Rossi, responsabile dell’Archivio Storico della Biennale, Xu Jiang, presidente del Comitato accademico della China Academy of Art, oltre alla curatrice Luigia Lonardelli che ha sottolineato: «Oggi, dopo oltre sette secoli, il linguaggio dell’arte si fa ancora portatore di quell’istinto, folle e sublime, a seguire la vertigine del desiderio di conoscenza volgendo lo sguardo verso est».

Trovare percorsi che pensavamo impossibili, ecco l’eredità di Marco Polo. Lonardelli conclude: «Se qualcuno è riuscito ad arrivare qui senza nessuna mappa allora si può fare tutto con la sete di conoscenza, e l’arte questa possibilità ce la dà: gli artisti sono bussole per l’immaginazione». Aggiunge il presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco: «Per la prima volta la Biennale si muove da Venezia percorrendo il cammino del suo più illustre cittadino, Marco Polo. Oggi come allora la Cina diventa mondo, in virtù della sua forza giovane e della sua tradizione millenaria e la Biennale, talpa della storia, scava proprio a Hangzhou, “la città del cielo” già raccontata nel Milione, lo spirito del tempo. Il nostro».

Domenica 10 a Hangzhou arriva Sergio Mattarella, nel pomeriggio vedrà la collettiva. Lonardelli osserva: «Per gli artisti in mostra la visita del capo dello Stato è attesissima e sancisce l’importanza del progetto. Siamo davvero grati al presidente della Repubblica».

9 novembre 2024 (modifica il 9 novembre 2024 | 20:38)

9 novembre 2024 (modifica il 9 novembre 2024 | 20:38)